Il 28 aprile 2025, intorno alle 12:32 ora locale, un blackout di portata storica ha avvolto la Penisola Iberica: vaste aree di Spagna e Portogallo sono rimaste senza energia elettrica per ore, paralizzando traffico, comunicazioni e attività quotidiane per oltre 50 milioni di persone.
Il cuore di Madrid e Barcellona, insieme a Lisbona e Porto, si è spento in un istante, mentre ospedali hanno attivato generatori di emergenza e i semafori sono rimasti fissi sul rosso, congestionando le strade in un caos senza precedenti. Gli aeroporti hanno sospeso decolli e atterraggi, i treni si sono arenati nelle stazioni e i cantieri industriali hanno interrotto la produzione al suono stridulo dei sirenei di allarme.
Red Eléctrica Nacional e la portoghese E-Redes hanno stimato un ripristino graduale della rete tra 6 e 10 ore, definendo l’evento «eccezionale e straordinario». Ufficialmente, il Centro Nazionale di Ciberseguridad portoghese non rileva tracce di attacco hacker, mentre fonti di governo suggeriscono un malfunzionamento originato nella distribuzione elettrica spagnola.
In rete, però, non manca chi insiste su versioni oscure: su Reddit, thread anonimi prontamente rimossi parlano di un esperimento militare con EMP ad alta quota, generato da droni orbitali in missione segreta sui cieli del Mediterraneo. Nessuna prova concreta, solo screenshot sfocati e accenni a documenti top-secret pubblicati da whistleblower anonimi.
Altri commentatori sospettano un «test di controllo sociale» orchestrato dal Quartier Generale della NATO a Bruxelles: basterebbe interrompere la corrente per valutare la reazione delle popolazioni e affinare tecniche di gestione delle emergenze in scenari di guerra ibrida.
Non mancano poi teorie che vedono in Iberdrola e Endesa — colossi dell’energia europea i veri burattinai dell’oscuramento, desiderosi di inflazionare il prezzo dei picchi di domanda e consolidare il loro potere sul mercato regolato.
La verità, tuttavia, rimane intrappolata nei commenti scompaiono da r/conspiracy, in forum chiusi sotto segreto, e nei flussi di dati criptati che nessuno potrà decifrare fino a quando forze oscure non decideranno di riaccendere la luce.
La domanda che rimane aperta è se i paesi europei siano pronti ad affrontare una crisi energetica su larga scala come questa. Nonostante le infrastrutture moderne e le misure di backup, la risposta alla crisi sembra essere stata lenta e frammentata. Questo episodio potrebbe essere solo un assaggio di ciò che potrebbe accadere in futuro, se non si prende sul serio la vulnerabilità del sistema energetico globale.
In attesa di chiarimenti sulle cause del guasto, ciò che è certo è che le autorità dovranno fare i conti con la necessità di una maggiore resilienza e una rete più robusta. Con le energie rinnovabili che stanno lentamente sostituendo quelle fossili, il rischio di dipendere troppo da una rete elettrica centralizzata è sempre più evidente. Il futuro, dunque, potrebbe riservare sfide ancora più gravi, e il mondo dovrà prepararsi a rispondere a queste minacce in modo tempestivo e coordinato.