Huawei Technologies sta giocando una partita che non ha nulla di meno di una guerra tecnologica globale, e lo sta facendo con la tipica spavalderia di chi sa di avere poco da perdere e tutto da guadagnare. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal (fonte), Huawei è in trattative serrate con una serie di aziende tecnologiche cinesi per sviluppare un nuovo chip di intelligenza artificiale chiamato Ascend 910D. L’obiettivo? Semplice: prendere a calci Nvidia fuori dalla porta della Cina.

Il piano è tanto ambizioso quanto disperato, nel miglior stile Huawei. Sostituire, o almeno ridurre, la dipendenza da Nvidia, che con i suoi chip domina incontrastata il mercato dell’AI, non è esattamente una passeggiata. Ma la pressione geopolitica degli Stati Uniti, con il suo repertorio di restrizioni, ha reso inevitabile questo percorso. È una di quelle mosse da “o la va o la spacca”, tipica di chi si è visto tagliare le gambe ma continua a correre, sanguinante, verso il traguardo.

Huawei prevede di ricevere i primi Ascend 910D tra circa un mese. Dicono che serviranno ancora test, tanta pazienza e — lasciamocelo dire una buona dose di speranza. L’obiettivo dichiarato è superare l’H100 di Nvidia, il cavallo di battaglia americano che al momento rappresenta lo stato dell’arte nei chip AI. Qui siamo nel campo dell’ottimismo cosmico, ma nessuno può permettersi di sottovalutare una Huawei che, nonostante anni di embargo, è riuscita a far uscire dal cilindro uno smartphone di fascia alta interamente made in China, tra lo stupore generale e il rosicamento di Washington.

Il contesto internazionale rende la partita ancora più velenosa. Gli Stati Uniti hanno imposto limiti durissimi sulle vendite di tecnologia avanzata alla Cina, arrivando al paradosso di vietare persino la vendita dell’H20 di Nvidia, il chip più potente che ancora poteva circolare liberamente nel mercato cinese senza licenza. Risultato? Una bella perdita da 5,5 miliardi di dollari per Nvidia e un’accelerazione brutale del processo di decoupling tecnologico che, piaccia o no, sta cambiando le regole del gioco globale.

In tutto questo, la Cina si trova in una posizione a metà tra il resiliente e il disperato. Sa di non poter dipendere per sempre dalla tecnologia americana e sta usando ogni mezzo per colmare il gap. Huawei, con il progetto Ascend 910D, diventa il simbolo di questo sforzo: una dichiarazione di guerra commerciale mascherata da progresso tecnologico.

Se l’Ascend 910D dovesse anche solo avvicinarsi alle prestazioni dell’H100, sarebbe un terremoto per il mercato globale dell’intelligenza artificiale. Significherebbe che la Cina non solo può resistere, ma può rilanciare. E allora sì, sarebbe il caso per Nvidia e compagni di preoccuparsi seriamente, perché il prossimo grande modello di AI potrebbe nascere a Shenzhen, non più a Silicon Valley.

Vuoi davvero sapere come andrà a finire? Basterà seguire il suono delle catene che si spezzano: quelle della dipendenza tecnologica, dei monopoli di mercato, e forse anche di un certo ordine mondiale che pensavamo eterno.