In un mondo già saturo di intelligenze artificiali che sembrano tutte un po’ cloni l’una dell’altra, CrowdStrike ha deciso di alzare il tiro e tirare fuori la sua pistola più grossa: Charlotte AI. Se ti aspetti la solita assistente virtuale che sussurra consigli banali a un povero analista sovraccarico, ti conviene cambiare canale. Qui siamo davanti a qualcosa che pensa, investiga e agisce in totale autonomia — ovviamente, con quei “guardrail” rassicuranti che piacciono tanto ai compliance officer.
Dire che Charlotte AI “assiste” è ormai un insulto: secondo il CEO George Kurtz, questo sistema indaga, ragiona e interviene senza stare ogni volta a chiedere il permesso a un umano mezzo addormentato nel Security Operations Center (SOC). Non si parla più di semplice supporto, ma di un’autentica automazione intelligente che internalizza la cyber expertise umana, la mastica e la risputa sotto forma di decisioni operative, rapide come un colpo di Glock a distanza ravvicinata.
CrowdStrike non si è limitata a buttare fuori un comunicato da Silicon Valley in overdose di zuccheri. Hanno anche messo sul piatto due innovazioni chiave: Charlotte AI Agentic Response e Charlotte AI Agentic Workflows. Roba seria, pensata per accelerare la detection, la response e la remediation in un’era dove un secondo perso può significare milioni di danni. Con l’aggiunta di Charlotte AI Agentic Detection Triage, l’ecosistema adesso riesce a processare e reagire a dati sia interni che esterni senza implodere in loop paranoici di approvazioni umane.
La piattaforma Falcon, vero cuore pulsante di CrowdStrike, viene ora rifilata come AI-native e, diciamolo, non si limita più a “assistere” ma prende iniziativa. Un concetto che suona quasi anarchico, ma con “bounded autonomy” (un modo elegante di dire: fa quel cavolo che vuole, ma solo fino al recinto elettrificato impostato dagli esperti).
In sostanza, Falcon ora non solo analizza dati, ma trae conclusioni e agisce, scavalcando il tipico schema “alert-fatigue” che sta facendo ammattire il 99% dei SOC mondiali. Per CrowdStrike, il futuro della cybersecurity non è l’uomo potenziato dall’AI: è l’AI che lascia l’uomo libero di non distrarsi mentre il sistema combatte in autonomia la guerra digitale.
La mossa non è casuale: in un mercato della cybersecurity che ormai gronda di promesse disattese, CrowdStrike vuole posizionarsi come il vero leader dell’AI reasoning applicato alla difesa digitale. Chi non ha ancora capito che i SOC tradizionali stanno per diventare pezzi da museo, probabilmente lo capirà dopo il primo breach non rilevato da un sistema umano-centrico.
Se vuoi leggere l’annuncio completo direttamente dalla fonte ufficiale, ti consiglio di dare un’occhiata qui: CrowdStrike Unveils Charlotte AI