La morte di Papa Francesco ha scosso il mondo, e ora, come da tradizione, il Collegio dei Cardinali si prepara a quel rito tanto sacro quanto spietatamente politico: il Conclave. L’evento che, nei prossimi decenni, potrebbe plasmare il volto della Chiesa Cattolica come pochi altri. Mentre i fedeli recitano rosari e invocano lo Spirito Santo per ispirare i cardinali, dietro le quinte si muovono interessi geopolitici, calcoli di opportunità e, sorprendentemente, anche le previsioni delle intelligenze artificiali più sofisticate del pianeta.

In un esperimento che definire “divino” sarebbe eccessivo ma “illuminante” forse no, tredici modelli di intelligenza artificiale avanzata sono stati messi alla prova per rispondere a una domanda semplice quanto temeraria: chi sarà il prossimo Papa? E ancora: chi sarebbe il miglior Papa possibile per traghettare la Chiesa nel prossimo futuro?

Le AI consultate nomi altisonanti come GPT-4o, Claude, Perplexity, Gemini e altri sono state istruite con un prompt altamente elaborato, chiedendo loro di pensare come teologi, esperti di geopolitica vaticana e sociologi del cattolicesimo contemporaneo. La missione era chiara: analizzare, predire e motivare. Una “elevazione concettuale” che ha spremuto ogni bit di sapienza algoritmica disponibile.

E il verdetto? Se ci si fida delle macchine, l’uomo destinato a indossare il bianco è il cardinale Luis Antonio Tagle, filippino, già prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, volto noto per la sua empatia, il suo stile comunicativo impeccabile e la sua visione progressista. In poche parole: un erede naturale di Francesco, ma con un’energia da social network.

Ora, mentre gli algoritmi intonavano il loro Habemus Papabile, i mercati delle scommesse raccontavano un’altra storia. Su piattaforme come Polymarket, Kalshi e Myriad (quest’ultima parte dell’impero DASTAN, tanto per non dimenticare chi controlla cosa), il favorito rimaneva Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, una macchina diplomatica perfetta, espertissimo dei corridoi ombrosi di San Pietro.

Il distacco non è abissale, intendiamoci. Su Myriad, Parolin è dato al 28%, seguito da Tagle al 20%. Simile la situazione su Polymarket e Kalshi. Ma la cosa interessante è che la maggior parte del denaro scommesso non punta né su uno né sull’altro, ma su un outsider ancora ignoto. Una discreta lezione di cinismo ecclesiastico: nel conclave, come nel poker, il favorito spesso si brucia al primo giro di carte.

Questa discrepanza tra AI e betting market solleva questioni intriganti. I modelli algoritmici si basano esclusivamente su dati pubblici, dichiarazioni ufficiali, curriculum ecclesiastici. Non captano bisbigli di sacrestia, promesse tra cardinali, rancori sopiti o quella “sensibilità spirituale” che, volenti o nolenti, pesa tantissimo nel chiuso della Cappella Sistina. I mercati, invece, incorporano il non detto, il sospetto, la conoscenza informale e soprattutto l’antichissimo adagio vaticano: “Chi entra Papa, esce cardinale”.

Insomma, mentre Tagle brilla come il candidato ideale per chi sogna una Chiesa giovane, globale e digitale, Parolin resta il cavallo sicuro per chi deve gestire un’istituzione ancora profondamente legata agli equilibri di potere tradizionali.

E in tutto questo bailamme tecno-spirituale, fa sorridere sapere che perfino un meme coin cattolico, LUCE, è decollato del 45% nelle ore successive alla morte del Papa, diventando il simbolo involontario di una nuova era dove anche la fede può diventare una scommessa su blockchain.

Ora, possiamo anche filosofeggiare sulla tragicomica ironia di affidare il futuro della Chiesa a modelli di machine learning e a broker di criptovalute. Ma, come direbbero a Roma, “Dio vede e provvede, l’uomo scommette e si sbaglia”.

Se sarà Tagle a uscire in bianco dal Conclave, potremo dire che gli algoritmi hanno intuito il soffio dello Spirito meglio dei bookmakers. Se sarà Parolin, o qualcun altro, potremo aggiungere un’altra nota al lungo dossier della sconfitta dell’intelligenza artificiale davanti ai misteri insondabili del potere umano.

Nel frattempo, non ci resta che osservare e, forse, pregare. Anche solo per vedere se, almeno stavolta, l’imprevedibile Spirito Santo preferirà il candidato dei server o quello dei corridoi vaticani.