Google ha deciso di rimettere mano a Gmail su mobile, e come spesso accade, lo fa senza chiedere il permesso. Se sei un utente Android o iOS, preparati a trovarti un’interfaccia diversa, nuove trovate “intelligenti” e, ovviamente, una sottile ma inevitabile pressione a usare di più la loro AI. Gli aggiornamenti sono in rollout globale sia per gli account Workspace sia per quelli personali, quindi non sperare di scamparla.

Partiamo dal pezzo forte: i possessori di tablet Android e dei cosiddetti foldable (per chi ancora ci crede) riceveranno un’interfaccia Gmail finalmente quasi adulta. In modalità landscape ora puoi spostare liberamente il divisorio tra la lista delle email e la conversazione aperta. Vuoi vedere solo le email? Trascina tutto a sinistra. Vuoi vedere solo il contenuto? Spingi il divisore a destra. È un concetto di base talmente semplice che quasi ti chiedi come abbiano fatto a non implementarlo prima. Ah già, volevano tenere alto il tasso di frustrazione utente. A scanso di equivoci, l’animazione ufficiale che mostra il tutto in azione è una tristezza avvilente, ma se sei curioso, puoi dare un’occhiata qui.

Passando a iOS, Google ha deciso che era il momento di portare anche lì il Material Design 3. Non che il mondo ne sentisse la mancanza, ma adesso Gmail su iPhone e iPad ti accoglie con pulsantoni a forma di pillola in basso e una barra di ricerca arrotondata in cima. Perché si sa, se qualcosa è stondato, deve per forza essere moderno. Di nuovo, Workspace e utenti comuni sono entrambi coinvolti, senza via di fuga. In parallelo, anche Google Calendar su iOS riceve un piccolo update: finalmente potrai creare e modificare gli eventi di compleanno come già puoi fare su Android. Non c’è nulla di rivoluzionario, a meno che tu non consideri “rivoluzionario” il fatto che ci siano voluti anni per sincronizzare una funzione banale su due sistemi operativi.

Ma il vero piatto forte, il pezzo di carne messo sul fuoco per il banchetto delle corporate AI, è l’integrazione di Gemini. Sì, anche su mobile. Ora puoi evocare il generatore di immagini direttamente dalla sidebar di Gmail, sia su Android che su iOS, ma solo se sei un utente Workspace, quindi pagante. Nella pratica puoi generare immagini, salvarle, copiarle o buttarle direttamente nelle tue bozze di email. Insomma, prepariamoci a un’ondata di newsletter piene di immagini AI, tanto evocative quanto prive di anima, per rimpiazzare le già scarse foto stock.

Se fino a ieri la comunicazione via email era ancora qualcosa di vagamente umano, da oggi entra definitivamente nell’era delle immagini sintetiche, delle interfacce mutevoli e delle microinnovazioni spacciate per rivoluzioni. Con buona pace di chi sperava che Google, almeno su Gmail, mantenesse un po’ di sana staticità conservatrice.

Come sempre, la vera domanda resta: quanto durerà prima che l’intero pacchetto diventi obbligatorio senza possibilità di ritorno? Ma tranquilli, Google si prenderà tutto il tempo di cui ha bisogno. O forse no.