L’idea che OpenAI possa evolversi in una “superbot” o addirittura diventare un nuovo monopolio tecnologico solleva diverse domande cruciali, soprattutto in un contesto dove la crescita e la diversificazione della compagnia, sotto la guida di Sam Altman, sono rapide e incessanti. È uno scenario affascinante, che vede OpenAI non solo dominare il campo dell’intelligenza artificiale, ma anche espandersi in numerosi settori strategici e redditizi. Questo percorso di OpenAI dipinge il quadro di un’azienda decisa a plasmare il futuro, non solo come leader nell’AI, ma come un attore globale in tutto l’ecosistema tecnologico.

Iniziamo con il considerare l’approccio di OpenAI al mercato. L’azienda sta costruendo senza sosta la propria influenza in diversi settori, e questo non riguarda solo chatbot e modelli di generazione di immagini. L’acquisizione di capacità diversificate, come la ricerca avanzata, gli strumenti di coding e addirittura i sistemi di generazione di video, dimostra l’ampiezza della portata di OpenAI nel campo dell’AI. Se osserviamo l’insieme delle iniziative in corso, è chiaro che OpenAI non si limita a concentrarsi sull’AI come prodotto finale; sta lentamente creando un ecosistema di strumenti, servizi e capacità interconnessi, che potrebbero facilmente dominare il mercato.

Prendiamo, per esempio, il lavoro di OpenAI sui sistemi di identità come World, che utilizza scansioni dell’iride per costruire una identità digitale universale. Questo progetto potrebbe rivoluzionare non solo il nostro modo di interagire con l’AI, ma anche l’intero concetto di sicurezza digitale e protezione dei dati personali. Se OpenAI riuscisse a integrare in modo efficace questo sistema con le sue altre piattaforme, non sarebbe lontano il giorno in cui il controllo delle nostre identità digitali potrebbe passare in mano a un solo attore, un’impresa capace di influenzare direttamente la nostra vita quotidiana.

Tuttavia, c’è qualcosa di ancora più ambizioso nel piano di OpenAI: la creazione di una “superapp” o, meglio ancora, di un “superbot” che non solo risponde a domande, ma diventa un’interfaccia unica per ogni aspetto della nostra vita. Se guardiamo al tipo di settori in cui OpenAI sta investendo, l’idea di una superapp appare più che plausibile. L’azienda sta infatti esplorando in modo serio ambiti come i social network (con un suo progetto simile a X), il reddito di base universale (Worldcoin) e persino la robotica, creando modelli AI come Sora che comprendono la fisica del mondo 3D, con applicazioni chiare nella robotica e nella realtà estesa (XR).

Non solo: OpenAI ha anche investito in iniziative come la salute umana con modelli come GPT-4b Micro, creato per estendere la vita umana, e sta esplorando come collaborare con i governi per semplificare l’accesso alle sue tecnologie avanzate. Questo non è solo un dominio dei chatbot; è una visione di intelligenza artificiale che permea ogni strato della società, dalle istituzioni pubbliche alla medicina, dalla sicurezza nazionale alla gestione dell’energia.

Inoltre, OpenAI sembra determinata a non fermarsi qui. Non è un segreto che stia esplorando nuove aree come l’e-commerce, la mobilità (grazie agli investimenti di Sam Altman in Cruise) e addirittura il settore dell’intrattenimento. La sua continua espansione in queste aree suggerisce che, con il tempo, potrebbe effettivamente mirare a diventare un “tuttofare” digitale, simile a quello che altri colossi tecnologici stanno cercando di realizzare attraverso la creazione di superapp.

La sua crescita potrebbe anche riflettere un processo di centralizzazione tipico del boom tecnologico, dove i grandi attori tendono a dominare sempre di più i mercati, rendendo più difficile per le nuove realtà emergenti competere. La domanda fondamentale, quindi, è se OpenAI possa diventare il prossimo gigante tecnologico, concentrando tutto nelle sue mani, rendendo obsoleti molti altri modelli di business o addirittura creando un monopolio nell’AI e oltre.

Se OpenAI continuerà su questa strada, potrebbe rappresentare la nuova frontiera della centralizzazione tecnologica, con l’intelligenza artificiale che gioca un ruolo fondamentale in tutte le dinamiche, dai consumatori alle istituzioni. In fin dei conti, potremmo trovarci di fronte non solo a un nuovo colosso tecnologico, ma a una nuova forma di “intelligenza” che governa aspetti chiave della nostra vita, dalla sicurezza alla salute, dalla mobilità all’istruzione. Il futuro dell’AI potrebbe essere più centrale, e più potente, di quanto possiamo immaginare.