È ufficiale: Microsoft ha deciso che il tuo PC deve ricordare tutto. Tutto. E con “Recall”, ora lo farà davvero. L’azienda di Redmond ha finalmente lanciato il famigerato sistema di screenshot continui su tutti i Copilot Plus PC, dopo una gestazione degna di un software di sorveglianza militare. Il risultato? Un feature “opt-in” che promette di aiutarti a “riprendere da dove avevi lasciato”, mentre in realtà memorizza ogni singolo pixel della tua vita digitale.
Il principio è semplice e, come sempre con Microsoft, potenzialmente geniale e inquietante in parti uguali. Recall scatta automaticamente degli snapshot dello schermo a intervalli regolari, li indicizza e li rende consultabili attraverso una timeline visuale. Hai letto un documento ma non ricordi come si chiamava? Nessun problema: puoi scrollare indietro nella timeline e trovarlo come fosse una puntata della tua serie preferita. Ti sei dimenticato dov’era quella foto del cane marrone? Basta chiedere “brown dog” e l’AI farà la magia.
C’è un che di Black Mirror in tutto questo.
Eppure non è una novità assoluta. Recall era previsto per giugno dell’anno scorso, ma i problemi di sicurezza l’hanno fatto slittare a ottobre, poi novembre, e infine è rimasto in laboratorio per dieci lunghi mesi. Il motivo? I ricercatori di sicurezza avevano lanciato l’allarme: un database locale pieno di screenshot, contenente potenzialmente dati bancari, password, chat private e contenuti sensibili, è come lasciare la porta di casa aperta con sopra un cartello “entra pure, c’è birra in frigo”.
Kevin Beaumont, uno dei primi a suonare il campanello d’allarme, ha messo le mani sull’ultima versione e ha ammesso che Microsoft ha fatto progressi. Il database ora è cifrato, l’AI cerca di escludere i contenuti sensibili, e soprattutto Recall non è più attivo di default: devi volerlo tu. Ma, come in ogni favola moderna a base di AI, c’è un ma. Il filtro delle app sensibili funziona “a volte sì, a volte no”, e il sistema può essere sbloccato con un banalissimo PIN a quattro cifre, il che rende l’intera protezione biometrica una barzelletta.
Nonostante le ambiguità, Microsoft ha completato il rollout anche di altre due novità figlie dell’AI e dell’imitazione più spudorata di Google. La prima è una versione avanzata di Windows Search, finalmente degna del nome: puoi cercare file o impostazioni in linguaggio naturale. Niente più caccia a “documento_finale_definitivo_v3.docx”, ora basta scrivere “quella cosa sul cane marrone” e il sistema si arrangia.
La seconda è “Click to Do”, una versione casereccia del “Circle to Search” di Google. Con una combinazione tra tasto Windows e click sinistro, puoi selezionare testo o immagini sullo schermo e ricevere azioni suggerite: riassumi, cancella, elabora. Per ora le funzioni di testo sono attive solo su PC Copilot Plus con chip Qualcomm, ma AMD e Intel seguiranno “nei prossimi mesi”, come da prassi Microsoft per le promesse a lunga scadenza.
Naturalmente, tutto questo bouquet tecnologico sarà disponibile ovunque tranne che nei Paesi europei con leggi sulla privacy ancora attive: quindi niente Recall (per ora) in UE, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Un caso? No. È solo che il GDPR, a differenza degli utenti, non si lascia convincere da quattro slide in PowerPoint.
Alla fine dei conti, la domanda vera è questa: ci serve davvero una timeline visiva della nostra vita digitale, o stiamo solo barattando la nostra ultima risorsa la dimenticanza per un’altra feature “intelligente” che si ricorderà anche di ciò che preferivamo dimenticare?
Siamo davvero sicuri di voler ricordare tutto?