Se pensavate che l’eSport fosse solo un passatempo per adolescenti nerd con troppo tempo libero, preparatevi a rivedere i vostri pregiudizi. Hero Esports, colosso cinese del gaming competitivo sostenuto dalla colossale ombra finanziaria di Tencent Holdings e dal muscoloso capitale saudita del fondo Savvy Games Group, ha appena deciso che l’unico modo per vincere davvero è giocare d’anticipo. E lo fa con l’arma più potente del momento: l’intelligenza artificiale.
Lo ha detto chiaramente Danny Tang, co-fondatrice e CEO di Hero Esports, in un’intervista che più che una dichiarazione strategica sembra un manifesto per la conquista dell’intera industria: “Stiamo testando diversi modelli di AI, incluso DeepSeek, in ogni area del business”. Tradotto: dal controllo qualità alla produzione dei contenuti, dall’analisi legale fino al modo in cui si muove la camera durante un torneo di PUBG (PlayerUnknown’s Battlegrounds Videogioco), tutto viene analizzato, ottimizzato, reinventato dalla macchina.

E non si tratta solo di far girare due righe di codice per spostare dei file. Hero Esports sta sviluppando un suo toolkit proprietario basato su intelligenza artificiale per automatizzare i flussi di lavoro: costruire timeline, gestire le camere in tempo reale, generare highlight automatici che fanno impallidire qualunque montatore freelance pagato a cottimo. Il sistema AI OB (observer) è già in uso durante i tornei per PUBG Mobile e la sua controparte cinese, entrambi titoli pubblicati – ma guarda un po’ – proprio da Tencent.

Questa operazione ha un doppio senso, che non sfugge a chi mastica tecnologia e geopolitica: il piano di Hero Esports non è solo aziendale, è nazionale. Rientra perfettamente nel disegno macro della Cina per diventare dominatrice globale dell’intrattenimento digitale. Quello che una volta era un’industria marginale per appassionati, oggi è un settore da 2 miliardi di dollari solo nel mercato competitivo, con un pubblico che supera gli 800 milioni di utenti. Non stiamo parlando di spettatori occasionali, ma di una base di fan attiva, fedele e abituata a consumare contenuti a un ritmo drogato.
Il passo successivo? Scalare il mondo. E qui entra in gioco l’Asian Champions League, primo torneo multi-titolo del continente. Nove giochi in competizione, inclusi mostri sacri come Valorant e Counter-Strike 2, e una pipeline diretta verso l’Esports World Cup in Arabia Saudita, dove i vincitori dell’ACL accederanno al grande palco globale. Il campionato saudita, tanto per capire le proporzioni, ha totalizzato 250 milioni di ore di visione lo scorso anno, con la metà proveniente dal solo pubblico cinese. E ancora qualcuno dubita del peso della Cina nel mondo dell’eSport?
Ma la parte davvero interessante, da CTO con un po’ di cinismo, è la trasformazione interna. L’uso di DeepSeek non si limita alla parte visiva: l’AI sta analizzando anche i contratti, le licenze, i brevetti. Sta letteralmente leggendo tra le righe delle clausole legali per trovare zone grigie o punti ciechi che un legale umano, con tutta la sua esperienza, potrebbe tranquillamente lasciarsi sfuggire. È un’AI che non fa solo highlight: fa due diligence.
E nel mentre, la narrativa cambia. “La Cina è sempre stata vista come quella brava a passare da uno a cento, ma ora siamo nella fase zero to one”, dice Tang. È la retorica perfetta per chi vuole ribaltare la percezione di un paese che copia a un paese che inventa. E per essere chiari: l’industria videoludica cinese ha appena sfornato il primo gioco AAA degno di attenzione internazionale, giusto per mettere un punto esclamativo sulle parole di Tang.
La verità è che Hero Esports sta mettendo a terra un modello che, al netto dei lustrini, potrebbe diventare il framework operativo di qualunque azienda digitale che lavora su larga scala. Automazione spinta, creatività umana liberata da task ripetitivi, analisi predittiva nei flussi decisionali, e scalabilità come religione. Se cercate una lezione su come si costruisce un’azienda tech del futuro partendo da un’arena digitale, eccola: Hero Esports scommette sull’AI per dominare il mondo
E la cosa più ironica? Stanno solo iniziando.