Fatturato record per l’industria dei semiconduttori nel 2024: secondo gli ultimi dati diffusi da Gartner, il settore ha raggiunto i 655,9 miliardi di dollari a livello globale, segnando una crescita del 21% rispetto ai 542,1 miliardi del 2023. Un balzo trainato principalmente dall’esplosione della domanda legata alle infrastrutture per l’intelligenza artificiale, che sta ridisegnando le gerarchie di mercato tra i grandi colossi tecnologici.

A dominare la scena è Nvidia, che conquista per la prima volta la vetta della classifica dei principali fornitori di semiconduttori per fatturato. L’azienda ha registrato entrate per 76,6 miliardi di dollari nel 2024, con un’impressionante crescita del 120% rispetto all’anno precedente. Un risultato che le ha permesso di superare Samsung Electronics e Intel, storici leader del settore.

Samsung, pur mostrando una robusta crescita del 60,8% (65,6 miliardi di dollari), ha dovuto cedere il passo a Nvidia, mentre Intel, un tempo protagonista indiscussa del comparto, è scivolata al terzo posto con un fatturato di 49,8 miliardi di dollari, segnando un aumento di appena lo 0,8%.

Secondo Gaurav Gupta, VP Analyst di Gartner, “il cambio di posizione nella classifica dei primi 10 fornitori è dovuto all’elevata domanda di infrastrutture di intelligenza artificiale e a un aumento del 73,4% del fatturato derivante dalle memorie.”

Dati Gartner: i 10 principali fornitori di semiconduttori per fatturato, a livello mondiale, 2024 (milioni di dollari USA)
Rank 2024 Vendor Ricavi 2024 Quota Mercato 2024 (%) Crescita 2024-2023 (%)
1 NVIDIA 76,692 11.7 120.1
2 Samsung Electronics 65,697 10.0 60.8
3 Intel 49,804 7.6 0.8
4 SK hynix 44,186 6.7 91.5
5 Qualcomm 32,976 5.0 12.8
6 Broadcom 27,801 4.2 8.5
7 Micron Technology 27,619 4.2 71.0
8 AMD 24,127 3.7 8.2
9 Apple 20,510 3.1 13.6
10 MediaTek 15,934 2.4 18.5
Others (outside top 10) 270,536 41.2 0.6
Total Market 655,882 100.0 21.0

Il mercato dei semiconduttori nel 2024 ha mostrato una chiara polarizzazione: da un lato, aziende come Nvidia e Samsung hanno capitalizzato la crescente domanda di chip per l’AI, in particolare GPU e memorie HBM (High Bandwidth Memory), essenziali per data center e applicazioni di calcolo ad alte prestazioni. Dall’altro, player storici come Intel hanno faticato a tenere il passo, con una crescita minima che riflette una difficoltà nel rispondere rapidamente alle nuove tendenze tecnologiche.

Se analizziamo il fenomeno a livello regionale, possiamo notare che le Americhe hanno registrato la crescita più forte, con un aumento delle vendite del 32,4% ad aprile 2024, seguite dalla Cina (23,4%) e dai Paesi del settore Asia-Pacifico (11,1%). L’Europa, dal canto suo, ha visto invece un calo del 7,0%, indicando una dipendenza strutturale da mercati extraeuropei per la produzione avanzata di chip. Questo squilibrio, peraltro, è aggravato da una supply chain ancora vulnerabile: nonostante la normalizzazione post-pandemica, le tensioni geopolitiche continuano a minacciare la stabilità delle forniture di materie prime critiche.

Evoluzione prevista per il 2025

Le previsioni per il 2025 indicano una crescita continua, anche se con dinamiche contrastanti. Secondo la WSTS, le vendite globali di semiconduttori potrebbero raggiungere i 687,4 miliardi di dollari, con un aumento del 12,5% rispetto al 2024. Gartner prevede addirittura un fatturato più alto, a 716,7 miliardi di dollari, trainato dalla persistente domanda di memorie HBM per applicazioni IA. Alcuni analisti invece, come Semiconductor Intelligence e Future Horizons, stimano una crescita più moderata, rispettivamente del 6% e 8%, a causa di una decelerazione della domanda AI e di una possibile pressione sui prezzi delle memorie. In tema di settori, l’automotive e i data center continueranno a spingere la domanda, mentre smartphone e PC registreranno una crescita modesta, molto probabilmente ad una sola cifra. L’espansione delle tecnologie 5G e 6G e l’aumento degli investimenti in quantum computing potrebbero invece aprire nuove opportunità.

Contrasti USA-Cina e impatto sul settore

I contrasti tra USA e Cina continuano a plasmare il mercato dei semiconduttori, con implicazioni profonde per l’anno in corso. Gli Stati Uniti hanno intensificato le restrizioni, con una serie di misure (parte di una strategia iniziata già dalla precedente amministrazione Biden) che mirano a frenare le ambizioni cinesi nell’AI e nel possibile sviluppo di applicazioni in ambito militare, incentivando poi anche il reshoring, con aziende come TSMC e Samsung che aprono stabilimenti in Arizona e Texas. Misure che, di contro, hanno spinto la Cina a raddoppiare gli sforzi per l’autosufficienza, anche se, il Paese del dragone rimane comunque indietro nella produzione di chip avanzati e dipende ancora fortemente dalle importazioni.

Certo è che le tensioni commerciali, esacerbate dalla politica dei dazi portata avanti da Trump, potrebbero ulteriormente complicare la supply chain globale, aumentando i costi e rallentando gli investimenti. Uno scontro che non solo ridisegna le dinamiche competitive, ma pone anche rischi di frammentazione del mercato, con Europa e Italia che, pur crescendo (ad esempio grazie a STMicroelectronics), faticano a colmare il divario con i principali produttori mondiali.