L’uovo di Pasqua più interessante quest’anno non contiene cioccolato, ma neuroni sintetici, directory iper-curate e un discreto profumo di intelligenza artificiale. Il merito? Va dato al grande Fabrizio Degni, che ha aggiornato la sua già leggendaria lista delle risorse online dove l’AI non è solo una sigla ma una realtà pulsante di strumenti, tips, trick e comunità pronte a tutto, tranne che a dormire.
E siccome la Pasqua è il tempo della resurrezione, anche questa lista risorge, aggiornata e arricchita, pronta a servire chi vuole davvero capire dove sta andando il mondo senza dover passare per LinkedIn o peggio, i soliti espertoni da Bar dei Daini.
Partiamo da quelli che giocano in Champions League. There’s An AI For That è il Google delle AI app. Con due milioni di utenti attivi al mese e una UX che sembra uscita da un incubatore del MIT, ti fa sentire stupido in modo elegante. Interessante il loro indice sull’impatto occupazionale dei tool: se hai un lavoro umano, leggi bene prima di cliccare.
Poi c’è Futurepedia. Sembra il nome di un sequel scadente di Black Mirror, invece è un radar sulle tecnologie emergenti. Machine learning, robotica, automazione e uno scoreboard dedicato ai 100 top player tecnologici. Un po’ come una Borsa, ma fatta solo di intelligenze finte.
InsidrAI è più snob. La lista è corta, l’interfaccia è da Bootstrap anni 2010, ma l’Academy è una perla per chi non vuole sentirsi boomer con ChatGPT. È il tipo di sito che ti fa sentire dentro anche se non sai niente di AI, basta voler imparare.
AI Parabellum ha il nome di un film di John Wick e l’atteggiamento da minimalista con un coltello tra i denti. Meno strumenti, più sostanza. Ogni tool è spiegato meglio di come ti hanno spiegato i derivati bancari nel 2008.
Find My AI Tool è quello che usi quando ti sei perso tra mille tab e hai solo dieci minuti. UI pulita, aggiornamenti costanti, zero fuffa. È come un vecchio Yahoo Directory ma rifatto in chiave Silicon Valley.
AI Tools Directory fa il lavoro sporco: cataloga tutto, dalle IA per generare musica a quelle per analizzare il sarcasmo nei commenti su Twitter. Ci trovi Pictory e Galaxy AI, nomi già sentiti ma anche qualche gemma underground.
Poi c’è l’enciclopedia punk delle AI, AITopTools. Oltre 10.000 tool, recensioni degli utenti e quella sensazione di entrare in un bazar di cervelli sintetici. Utile, vasto, a tratti dispersivo. Ma se hai tempo e sete di potere, ci trovi oro.
FutureTools è per quelli che non hanno tempo da perdere. Filtri, categorie, AI per ogni bisogno: da scrivere testi a creare avatar, passando per identificare se una frase è stata scritta da un umano o da un sociopatico digitale.
The AI Library è un nome pretenzioso ma giustificato. Ti aiuta a “sbloccare l’innovazione” — whatever that means — ma lo fa davvero. Ti aiuta a stare due passi avanti, anche se non hai il pedigree da data scientist.
Infine ToolScout è come l’amico geek che ti manda ogni mattina una lista di link: aggiornamenti giornalieri, directory ampia, news. Ti prende per mano e ti fa fare un giro nella fiera delle meraviglie neuronali.
Dieci portali, zero scuse. La verità è che se oggi ti perdi nel mare dell’intelligenza artificiale, è perché vuoi. E se ancora cerchi l’“esperto AI” su LinkedIn, sei nel posto sbagliato. Qui ci sono solo strumenti, comunità e dati. Il resto è fuffa travestita da coaching.
Grazie Fab!