(Perché anche i tiranni hanno bisogno del loro iPhone)

Che tenero gesto da parte del nostro amato leader supremo, Donald “Tariff Man” Trump, che ha deciso di graziare smartphone e laptop dalla sua personale crociata economica contro la Cina. Venerdì sera, mentre il mondo si chiedeva se i dazi del 145% fossero un errore di battitura o una follia calcolata, l’amministrazione ha annunciato con magnanimità: “Nah, su questi no, grazie, li usiamo troppo.”

Tra i fortunati esentati ci sono iPad, smartwatch e TV a schermo piatto – perché, diciamocelo, anche un protezionista ha diritto al suo binge-watching su Netflix. Apple, HP, Dell e compagnia bella possono tirare un sospiro di sollievo, mentre i consumatori potranno continuare a comprare l’ultimo MacBook senza dover vendere un rene. Peccato per i marchi cinesi come TCL e Lenovo, che dovranno ancora capire se la loro merce è abbastanza americana per sfuggire alla furia tariffaria.

La Cina sollecita gli Stati Uniti a cancellare tutti i dazi “reciproci”
(Ovvero: “Smettila di colpirti da solo, ti fa male”)

Il Ministero del Commercio cinese, con la pazienza di un genitore che cerca di spiegare a un bambino perché non dovrebbe lanciarsi Lego addosso, ha dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero “annullare completamente” i dazi reciproci. Perché, sorpresa sorpresa, alzare le tasse fino al 145% e poi fare marcia indietro su iPhone e laptop non è esattamente una strategia vincente.

Pechino ha definito l’esenzione un “piccolo passo” verso la correzione di una “pratica sbagliata” – un eufemismo degno di un maestro di diplomazia, considerando che avrebbero potuto semplicemente dire “ma che cavolo state facendo?”. Intanto, la guerra commerciale continua, con entrambe le superpotenze impegnate in una gara a chi si spara più economicamente sui piedi.

“Non ci sono vincitori in una guerra commerciale”, ha detto la Cina. Giusto. Però almeno qualcuno, da qualche parte, sta morendo dalle risate.