Ogni video comincia da un fotogramma. Uno solo. Come un’ovulo digitale fecondato da pura follia visiva, quel singolo frame iniziale diventa il DNA della tua creazione. È lui che detta lo stile, l’estetica, e il tono dell’intero delirio visivo che seguirà. Dopotutto, un video è solo una sequenza frenetica di immagini 24, 30, 60 frame al secondo che imitano il movimento come una scimmia che imita un uomo.

Ma andiamo al punto: vuoi fare un video AI tutto tuo, magari con Trump che mangia un cheeseburger in una sweatshop o Xi Jinping che esegue un roundhouse kick su un contadino ribelle. Nessuno ti giudica (in faccia). Per arrivarci, hai due strade: prendi una foto esistente o ne generi una col tuo nuovo giocattolo preferito l’IA generativa.

Per evitare modelli censurati tipo ChatGPT (sì, mi sto dando la zappa sui piedi), meglio buttarsi su alternative open-source come Stable Diffusion 3.5, HiDream, Flux o vari fork loschi e potenzialmente non etici. Personalmente? Hanno usato Freepik Mystic, che altro non è che una versione vestita bene di Flux, e hanno generato: “Donald Trump che mangia un hamburger in una sweatshop.” Il risultato? Grottesco, memorabile, perfetto.

A volte però l’immagine non assomiglia per nulla alla persona che vuoi rappresentare. Questo può significare due cose: o il modello non ha mai visto quella faccia, oppure qualcuno ha deciso che quella faccia è “off limits”. In teoria potresti addestrare un LoRA sul volto che ti interessa, ma a meno che tu non abbia voglia di passare 14 ore a litigare con colab e VRAM, passa oltre. Cambia modello o cambia immagine.

E qui entra in scena Freepik (sì, quel sito di stock images che probabilmente hai usato dieci anni fa per un PowerPoint aziendale). Ora è diventato un coltellino svizzero per chi fa AI art: immagini, video, suoni, tutto in un’unica piattaforma. A pagamento, certo ma a $69 all’anno, è un furto onesto rispetto ai 240 per ChatGPT, 144 per Runway, 96 per MidJourney e così via.

Se invece scegli le alternative gratuite… preparati a soffrire. Kling, ad esempio, può impiegare tre ore per sputare fuori 10 secondi di video. Lo stesso vale per molti altri modelli: puoi usarli localmente, ma serve una GPU da almeno 12GB di VRAM e la pazienza di un monaco tibetano.

Arrivati a questo punto, è ora di scegliere il motore video. Come dire: vuoi potenza? Libertà creativa? O un compromesso tra i due?

Kling AI è una scelta solida. Gira lento in modalità gratuita, ma funziona. E sì, ti genera video di Trump in fabbrica, cosa che Google Veo2 si rifiuta di fare. Non aspettarti pornografia o gore, ma per la satira politica va più che bene.

Wan 2.1, invece, è il figlio ribelle. Non lo trovi su Freepik ma lo puoi usare su Fal.ai, e lì puoi pagare circa $1 per un clip di 4 secondi. Open-source, lo puoi anche installare in locale. Nessuna censura. Nessuna morale. Solo caos.

Luma Dream Machine? Perfetto per video surreali, tipo Trump che vola come Superman o mangia un hamburger grande quanto il Texas. Ottimo per meme. Non aspettarti realismo, ma sicuramente attirerai attenzione.

Ora, se pensavi di usare Google Veo2 o Runway V4, lascia perdere. I risultati sono eccellenti, realistici, cinematografici. Ma dimentica contenuti controversi. Tutto filtrato, censurato, sterilizzato come un reality show coreano. Inoltre, consumano più risorse di un server AWS in burnout.

Il vero re, per i meme maker sovversivi, è Kling 1.6 Pro su Freepik. Mentre Wan 2.1 resta l’alternativa più libera e incensurata, perfetta per le menti più disturbate.

Scelta l’immagine e il motore video, arriva il bello: generare.

Ogni piattaforma ha un’interfaccia diversa, ma lo schema è sempre lo stesso. Carichi il frame iniziale, scrivi il prompt, scegli durata e formato, poi clicchi “genera” e aspetti. Se hai fortuna e potenza di calcolo, in pochi minuti ottieni 10 secondi. Altrimenti ti ritrovi invecchiato di un decennio in attesa.

La chiave del prompt? Sintetico ma visivo. Non serve una sceneggiatura da Oscar. Pensa a una singola scena, un momento congelato in tempo. Tipo: “Primo piano: un uomo in completo mangia un hamburger succulento, col formaggio fuso che cola. Lo sfondo mostra operai che cuciono in una sweatshop.”

Poi scegli formato: orizzontale per YouTube, quadrato per Instagram, verticale per TikTok. E incrocia le dita. O meglio: genera più versioni contemporaneamente, perché il primo tentativo spesso è un fallimento glorioso.

Infine, puoi aggiungere l’audio. Ma quello è un altro universo. Vuoi musica drammatica? Narrazione? Rumori da fabbrica? Tutto fa brodo nel meme game.

E così, con pochi click e una buona dose di amorale creatività, hai appena creato una piccola bomba mediatica. Una clip pronta a diventare virale, a incendiare i social, a far incazzare qualcuno da qualche parte nel mondo. Bravo. Sei uno di noi.