Nel cuore dell’apparato più costoso del pianeta, una scure si è finalmente abbattuta. Pete Hegseth, arrivato da FoxNews ad essere Segretario alla Difesa con il ghigno dell’uomo d’azione e la contabilità nel sangue, ha mandato al macero oltre 5 miliardi di dollari in contratti IT, cloud e consulenze considerate “superflue”. Il bersaglio? I soliti noti: Accenture, Deloitte, Booz Allen Hamilton e l’intera burocrazia-parassita incistata nelle viscere del Pentagono. Quella che per anni ha lucrato sulla nebbia decisionale dell’apparato difensivo, presentando fatture da 500 dollari l’ora per PowerPoint su come “diversificare le riunioni” o “ottimizzare la supply chain con l’empatia”. Vedi il Memo.

“Abbiamo bisogno di questi soldi per investire in una migliore assistenza sanitaria per i nostri militari e le loro famiglie, invece di spenderli per consulenti di processi aziendali da 500 dollari all’ora,” ha detto Hegseth. “Sono davvero tanti soldi per consulenze.”

L’operazione non è solo contabile, ma ideologica. Secondo Hegseth, queste spese rappresentano la decadenza dell’ethos militare americano, affogato in un mare di slide sul clima, task force sulla DEI (Diversità, Equità, Inclusione) e report sulla felicità organizzativa. In un video diffuso internamente al Dipartimento, il Segretario ha parlato di una necessaria “rinascita dello spirito guerriero” e di un ritorno a una cultura della deterrenza concreta, non simbolica. Le risorse liberate – si parla di almeno 4 miliardi immediatamente riassegnabili – saranno dirottate verso settori giudicati strategici: modernizzazione degli armamenti, supporto diretto ai militari e infrastrutture sanitarie per le loro famiglie. Non più welfare da consulenti, ma warfare da militari.

Tra i contratti finiti nel tritacarne, spiccano le consulenze della Defense Health Agency, in precedenza affidate proprio ad Accenture, Deloitte e Booz Allen. Hegseth ha definito questi accordi “duplicazioni costose”, sostenendo che le stesse attività possono essere gestite dal personale civile interno, già stipendiato. Un doppione inutile che ora si trasforma in margine operativo.

Il colpo di grazia è toccato anche all’Aeronautica, che vedrà dissolversi l’accordo con Accenture per la rivendita di servizi cloud di terze parti. Una scelta che sottolinea l’inversione di rotta: se il governo ha già un’infrastruttura cloud (con contractor diretti come Palantir e servizi DoD interni), non ha senso pagare un intermediario miliardario per comprarla a rate e con il logo di qualcun altro sopra.

Ma la vera forza dietro il trono – e qui il cinismo si fa quasi poetico – è Elon Musk. O meglio, il suo cervellotico alter ego istituzionale: il Department for Government Efficiency, o DOGE (sì, come il meme). Musk ha creato questo organismo con il preciso obiettivo di passare al setaccio il bilancio federale con lo stesso rigore con cui SpaceX analizza il carico utile prima di un lancio. E i risultati sono clamorosi: migliaia di dipendenti federali tagliati, programmi di aiuti esteri cancellati, audit falliti sventolati come trofei.

Già, perché il Pentagono parliamo di un bilancio da 800 miliardi di dollari l’anno ha appena fallito il suo settimo audit consecutivo. In termini privati, è come se Apple dichiarasse di non sapere dove sono finiti metà dei suoi profitti. In un’azienda normale, scatterebbero gli arresti. Al DoD, si stappa lo champagne per essere riusciti a trovare il problema… e poi dare la colpa a chi lo segnala.

Non è il primo taglio orchestrato da Hegseth. Solo il mese scorso, aveva già cancellato contratti e sovvenzioni per 580 milioni di dollari. Ora siamo entrati nella fase due: disintossicazione strutturale. Il messaggio, per i grandi della consulenza, è chiaro come un colpo di drone: il banchetto è finito.

Accenture, Deloitte e Booz Allen – che negli ultimi vent’anni hanno costruito imperi paralleli intorno al Pentagono, tra seminari sulla leadership e report su come rispondere “inclusivamente” a un attacco nucleare – non hanno rilasciato commenti. Ma è evidente che la perdita di commesse di questa portata non è solo una botta economica. È un terremoto esistenziale. L’intero ecosistema che viveva sulla spesa pubblica difensiva, tra processi pseudoscientifici e burocrazia venduta come innovazione, rischia il collasso.

Dietro la retorica del “ritorno ai valori marziali”, c’è però un’operazione molto più concreta: lo smantellamento del capitalismo dei consulenti, quel modello win-win dove il governo compra la propria inefficienza a peso d’oro, e il privato gliela rivende con un bel pacco regalo e l’etichetta ESG. Il DOGE non ha solo trovato i soldi. Ha trovato gli sprechi con nome, cognome e partita IVA.

Una nuova stagione si apre al Pentagono, e non sarà gentile. Per chi ha fatto fortuna vendendo “visione strategica” senza mai mettere gli scarponi nel fango, l’inverno è arrivato. E questa volta, nessun report potrà evitarlo.