Nel grande circo degli strumenti di content creation, YouTube sta silenziosamente spingendo i creator verso una nuova era, una dove non è più necessario pregare l’algoritmo di non falciarti il video con una segnalazione per copyright. Secondo quanto riportato da TechCrunch, la piattaforma di Google sta lanciando una nuova funzione chiamata Music assistant, un tool basato su intelligenza artificiale che permette di generare basi musicali strumentali su richiesta, totalmente gratuite e – cosa più importante – libere da ogni incubo legale.
La demo è stata presentata da Lauren sul canale Creator Insider, una specie di “dietro le quinte” ufficiale di YouTube dove le novità vengono spiegate con quel tono da Silicon Valley che cerca disperatamente di suonare umano, ma finisce per sembrare sempre un po’ Google Assistant con empatia. Nella dimostrazione, Lauren mostra una nuova tab all’interno della beta di Creator Music, dove compare il già battezzato Music assistant. Scrivi una frase come “dammi una musica motivazionale per un montaggio di allenamento” e voilà, l’algoritmo ti sforna una lista di tracce pronte all’uso. Clic, scarichi, editi il video, e nessuno ti tocca.
Dietro questo simpatico strumento, chiaramente, c’è ben più di una funzionalità utile. È la dichiarazione che il copyright musicale, come lo conosciamo oggi, è sul viale del tramonto. YouTube non è nuova a queste sperimentazioni. Con Dream Track, alimentato da Lyria – un progetto partorito dai laboratori di DeepMind – puoi persino canticchiare una melodia e trasformarla in una traccia musicale nel vibe di artisti come T-Pain. Sì, hai letto bene: l’AI si prende la tua vocina da sotto la doccia e la trasforma in un pezzo che sembra uscito da uno studio di Atlanta.
Nel frattempo, il settore è già una giungla popolata di bestie simili: Stability AI con i suoi modelli di diffusione, Meta con AudioCraft e MusicGen. Tutti pronti a promettere che la musica, da adesso in poi, può essere generata con un prompt. Addio musicisti freelance su Fiverr, addio accordi di licenza, addio anche a quel senso di colpa quando scarichi la stessa traccia royalty-free che hanno già usato in quattordici vlog di Bali e due pubblicità di NFT.
Il vero messaggio di YouTube non è solo tecnologico, ma sistemico: vuole diventare il fornitore di ogni elemento del contenuto. Video, musica, testo, effetti. Tutto in casa. Tutto Google. Tutto AI. E se domani la musica di sottofondo sarà scritta da un algoritmo e prodotta da un motore neurale, chi sarà a decidere cos’è originale e cos’è derivativo? In un mondo dove la creatività viene suggerita da una barra di ricerca, il rischio è che l’originalità si dissolva nell’efficienza.
Nel frattempo, per i creator, è una manna. Più tempo per pubblicare, meno tempo perso a scansionare librerie musicali o aspettare che il copyright manager si svegli. Un perfetto matrimonio tra produttività e controllo, dove però è Google a fare da parroco, testimone e notaio.
Ma ehi, almeno il tuo vlog di fitness avrà la colonna sonora perfetta. Generata in tempo reale. Senza pagarla. E senza che un algoritmo, ironia della sorte, te la segnali per copyright.