Apple sta cercando di riscrivere la storia del suo assistente vocale Siri, ma il cammino è tutt’altro che lineare. Secondo quanto riportato dal New York Times, l’azienda della Mela prevede di lanciare una versione aggiornata di Siri entro la stagione delle vacanze 2025, con nuove funzionalità intelligenti e personalizzate che avrebbero dovuto essere implementate già in iOS 18. Tra queste, la possibilità di editare e inviare foto su richiesta, un passo in avanti significativo rispetto alla Siri che conosciamo oggi. Non solo un aggiornamento tecnologico, ma un tentativo di recuperare il terreno perso nei confronti dei suoi concorrenti, che da anni offrono assistenti vocali decisamente più avanzati.

Nonostante la promessa di una versione più sofisticata di Siri, la realtà è che Apple sembra essere ancora in ritardo. A marzo, un portavoce dell’azienda, Jacqueline Roy, ha dichiarato che la nuova Siri sarebbe arrivata “nel prossimo anno”, ma il quadro generale lascia più di qualche perplessità.

Mark Gurman, analista di Bloomberg, ha avvertito che una versione completamente rinnovata e “conversazionale” di Siri potrebbe essere pronta non prima del 2027, un termine che suona più come una dichiarazione di resa che di ottimismo.

In tutto questo, non mancano i retroscena che spiegano le difficoltà di Apple nel rinnovare un assistente che, seppur presente su miliardi di dispositivi, non è riuscito a competere con la potenza e l’intelligenza dei suoi rivali. Difficoltà che vanno ben oltre la semplice tecnologia: ci sono stati scontri di leadership, e non pochi, a partire dalla sostituzione di John Giannandrea, ex responsabile di Siri, con un altro dirigente, dopo che Tim Cook ha perso fiducia nelle sue capacità.

La crisi di leadership sembra aver avuto ripercussioni dirette sul progetto Siri, con voci interne che accusano alcuni dirigenti di mancanza di ambizione, definendo il team di sviluppo “AIMLess“, un chiaro riferimento a una gestione senza vera direzione.

Ma non sono solo i conflitti interni a frenare il progresso. Un altro elemento che ha rallentato il progetto è stato il budget per i chip AI. Nel 2023, Tim Cook aveva cercato di ottenere un finanziamento sostanzioso per acquistare nuovi chip, ma il capo della finanza Luca Maestri ha ridotto drasticamente la proposta, condannando i team di sviluppo a lavorare con vecchi chip, alcuni dei quali erano già in uso da oltre cinque anni. Questo contrasto di priorità tra il team tecnico e quello finanziario ha sicuramente inciso sul progresso di Siri. Se altre aziende come Microsoft, Amazon, Google e Meta stanno investendo enormi risorse nell’acquisizione di chip avanzati, Apple sembra essersi accontentata di un approccio molto più conservativo.

Siri, quindi, continua a lottare per emergere come un’assistente davvero utile e intelligente, ma il cammino sembra tortuoso. Apple è consapevole di questa difficoltà, ma il divario con i suoi concorrenti rischia di allargarsi ulteriormente se la compagnia non riuscirà a accelerare lo sviluppo di un sistema più avanzato. Non resta che attendere il prossimo anno per vedere se le promesse di una Siri più “umana” diventeranno realtà o se, come sembra, l’azienda dovrà rimandare ancora una volta l’appuntamento con il futuro.