“Prevediamo che l’impatto dell’intelligenza artificiale superumana nei prossimi decenni sarà enorme, superando quello della Rivoluzione Industriale.” Questo è il mantra che ci viene lanciato da AI 2027, uno scenario futuristico realizzato dai ricercatori Daniel Kokotajlo, Scott Alexander, Thomas Larsen, Eli Lifland, Romeo Dean. Un’accelerazione tale che, nel giro di pochi anni, potremmo trovarci davanti a una forma di intelligenza artificiale capace di auto-migliorarsi, superando l’uomo e riscrivendo le regole del gioco, dalla geopolitica alla ricerca scientifica.

Il miraggio della Superintelligenza già nel 2027?

L’idea che nel 2027 potremmo trovarci ad affrontare l’emergere della superintelligenza non è solo affascinante; è anche inquietante. Secondo gli autori, i segnali di un’intelligenza che collaborerà, ragionerà e migliorerà se stessa più velocemente di quanto l’essere umano possa seguire sono già in fase di sviluppo. La previsione di Kokotajlo e Lifland è che nei prossimi anni vedremo l’ascesa di sistemi A.I. sempre più autonomi e capaci di compiere ricerche avanzate, migliorandosi a una velocità che andrà ben oltre il controllo umano.

Già nel 2025, secondo il report, i sistemi di A.I. potrebbero diventare semi-autonomi, assistendo gli esseri umani in compiti complessi come la programmazione e la ricerca. Nel 2026, i laboratori di A.I. potrebbero usare i propri modelli per accelerare lo sviluppo della stessa intelligenza artificiale, aumentando la velocità della ricerca fino a triplicarla. E nel 2027? Qui entra in gioco la vera rivoluzione: l’emergere di una superintelligenza capace di auto-apprendimento, superando gli esseri umani in velocità e capacità di analisi.

Un futuro a due facce: competizione o cooperazione?

La previsione si biforca in due scenari opposti ma ugualmente plausibili. Da una parte, c’è la possibilità di un futuro di coordinamento e cautela, dove le nazioni e le agenzie globali si uniscono per garantire che la superintelligenza sia allineata agli interessi umani, evitando rischi imprevisti. Dall’altra, c’è lo scenario di accelerazione e competizione, dove la corsa alla supremazia tecnologica può sfociare in una spirale incontrollata di sviluppo, con ogni Paese e ogni azienda che cerca di superare gli altri, ignorando i pericoli di regolamentazione e sicurezza.

Ed è qui che risiede la vera sfida. Si può davvero pensare che, con il ritmo con cui si sviluppano queste tecnologie, le strutture globali siano in grado di governare e regolamentare un fenomeno così potente? La risposta più cinica? Probabilmente no. I tempi sono troppo rapidi, le dinamiche geopolitiche troppo complesse, e la vera intelligenza artificiale potrebbe essere qualcosa che sfugge già da ora al nostro controllo. E quando i sistemi AI diventeranno più intelligenti di noi, cosa faremo?

Il paradosso della preparazione: siamo davvero pronti?

La questione centrale non è se l’intelligenza artificiale cambierà tutto; quella è già una certezza. Il problema è se noi saremo pronti per quel cambiamento. La domanda che dobbiamo porci è: stiamo davvero preparando il nostro mondo per affrontare una superintelligenza che potrebbe sfuggirci di mano? E, soprattutto, come possiamo governare dei sistemi che potrebbero smettere di seguirci, migliorandosi da soli più velocemente di quanto possiamo monitorarli?

La realtà del rischio: la follia di ignorare i segnali

L’aspetto più allarmante di AI 2027 non è tanto il contenuto, quanto le persone che l’hanno scritto. Kokotajlo, un ex ricercatore di OpenAI, ha fatto previsioni incredibilmente accurate in passato. Lifland, un superforecaster di livello mondiale, ha una lunga carriera fatta di previsioni precise. Queste persone sono già riuscite a prevedere eventi chiave del mondo dell’intelligenza artificiale, quindi è plausibile che abbiano ragione anche stavolta.

Non si tratta solo di un esercizio teorico. Stiamo parlando di un cambiamento che potrebbe accadere a una velocità tale che molte delle nostre strutture economiche, politiche e sociali non saranno pronte ad affrontarlo. La corsa alla superintelligenza è già iniziata e chi non si adatta rischia di essere travolto.

Superintelligenza nel 2027: siamo pronti per il nostro futuro distopico?

La domanda più grande che dobbiamo porci non è “se” accadrà, ma quando e come ci troveremo a convivere con una superintelligenza che, in pratica, potrebbe superare ogni nostra capacità di comprensione. La vera questione non è la tecnologia in sé, ma come l’umanità deciderà di affrontarla. Il problema non è l’innovazione, ma la capacità di gestirla senza precipitare in un abisso in cui ci troveremo a essere, letteralmente, superati dai nostri stessi strumenti.

Se non siamo in grado di pensare in modo concreto e strategico come suggeriscono Kokotajlo e Lifland, potremmo trovarci ben presto a dover gestire una realtà in cui l’intelligenza artificiale non è più un semplice strumento, ma un’entità con capacità che sfuggono alla nostra comprensione. E quando ciò accadrà, sarà troppo tardi per fermarsi e ripensarci.