Negli ultimi mesi, il panorama tecnologico è stato scosso da una notizia che ha il sapore di una rivoluzione annunciata: Jony Ive, l’ex guru del design di Apple, ha ufficialmente confermato la sua collaborazione con Sam Altman, CEO di OpenAI, per lo sviluppo di un nuovo dispositivo hardware basato sull’intelligenza artificiale. Questa partnership, che unisce il genio del design dietro l’iPhone con la mente dietro ChatGPT, promette di ridefinire il concetto stesso di interazione uomo-macchina. ​

La genesi di questa collaborazione risale a una serie di incontri tra Ive e Altman, facilitati da Brian Chesky, CEO di Airbnb. Durante queste conversazioni, è emersa l’idea di creare un dispositivo che sfrutti le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa per offrire funzionalità ben oltre quelle dei tradizionali smartphone. Immaginate un assistente capace non solo di rispondere alle vostre domande, ma di anticipare le vostre esigenze, organizzare i vostri viaggi o persino identificare quella pianta esotica che avete fotografato durante una passeggiata. ​

prim’ordine, tra cui Tang Tan ed Evans Hankey, entrambi ex collaboratori chiave nel design dell’iPhone. Il team opera da un imponente spazio di 32.000 piedi quadrati a San Francisco, parte di un investimento immobiliare di circa 90 milioni di dollari effettuato da Ive stesso.

Il progetto ha già attirato l’attenzione di investitori di peso, con la possibilità di raccogliere fino a un miliardo di dollari entro la fine dell’anno. Tra i finanziatori figurano lo stesso Ive e l’Emerson Collective di Laurene Powell Jobs, sottolineando l’importanza e le aspettative riposte in questa iniziativa. ​

Tuttavia, non tutto è oro quel che luccica. Il mercato è già affollato di startup che ambiscono a creare il “nuovo iPhone dell’AI”, come Rabbit con il suo dispositivo R1 e Humane con l’Ai Pin. Questi prodotti promettono di rivoluzionare l’interazione con la tecnologia, ma sollevano anche interrogativi sulla loro reale utilità e sulla sicurezza nell’affidare compiti complessi a un’intelligenza artificiale.

Inoltre, la collaborazione tra OpenAI e Apple, che vede OpenAI come partner chiave nella strategia AI di Apple, potrebbe creare tensioni con altri giganti tecnologici come Google e Microsoft. Quest’ultima, in particolare, ha investito pesantemente in OpenAI, e la nuova alleanza potrebbe mettere in discussione l’accesso esclusivo alle tecnologie di OpenAI da parte di Microsoft.

In questo scenario complesso e in continua evoluzione, una cosa è certa: l’unione delle menti di Jony Ive e Sam Altman potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nell’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale. Resta da vedere se questo sodalizio darà vita a un dispositivo capace di eclissare l’iPhone o se si rivelerà l’ennesimo fuoco di paglia in un mercato già saturo di promesse non mantenute.