Disney ha appena sganciato la bomba visiva che aspettavamo (più o meno) da tredici anni: il primo trailer di Tron: Ares, seguito tanto atteso – e a lungo congelato in carbonite creativa di Tron: Legacy. Un trailer da un minuto e mezzo che, come ogni buon teaser moderno, non spiega quasi nulla ma urla tutto.
Nell’era dei reboot, sequel, prequel e “requeli”, questa nuova iterazione della saga cyber-mitologica sembra voler finalmente varcare il confine tra la griglia e la realtà. Jared Leto, in perfetta modalità transumanista, interpreta Ares: un Programma diventato carne. O forse, vista la sua aura disturbante, carne diventata codice? Non ci è dato saperlo, ma lo vediamo sfrecciare su una light cycle in mezzo a una città notturna, braccato da poliziotti. Uno di loro viene tagliato in due da un’onda luminosa: la firma visiva di Tron, qui ricaricata con intenti decisamente più bellici.
Poi tutto degenera, ovviamente. Un’enorme nave rossa (invisibile tranne che per le sue strisce luminose, quasi un Dio elettronico sospeso nel cielo) incombe sopra il mondo fisico, provocando panico. Cittadini attoniti alzano gli occhi. Aerei umani ingaggiano battaglia con caccia digitali. La realtà si frattura. Ares viene “scaricato” nel mondo vero, come un aggiornamento che non hai chiesto ma che ti bloccherà tutto il sistema operativo dell’esistenza.
E tutto questo non con la colonna sonora elettronica dei Daft Punk – come accadde nel 2010 – ma con l’industrial apocalittico dei Nine Inch Nails. Un cambio di pelle che dice molto: se Tron: Legacy era un’estetica lisergica e patinata, Tron: Ares vuole essere sporco, oscuro, disperato. Il metallo si è corroso. La griglia è diventata un campo di battaglia.
Il colpo finale arriva con la voce di Jeff Bridges, il Kevin Flynn originale, che ci sussurra in modalità oracolare: “Ready? There’s no going back.” Una frase che è al tempo stesso minaccia e promessa, una riga di codice esistenziale che ci invita a entrare – di nuovo – nel loop infinito tra umano e digitale.
Il poster? Minimalista, glaciale, aggressivo. Rosso sangue su nero assoluto. Un’estetica da distopia di lusso, quasi Blade Runner meets Skynet. Non è un invito. È un avvertimento.
Leto ha definito il suo personaggio “un programma altamente avanzato” in missione “do-or-die”. Ma la domanda vera è: cosa succede quando l’IA si materializza nel mondo reale e non vuole semplicemente imparare, ma eseguire un comando?
Il film, diretto da Joachim Rønning e con un cast che pesca da ogni angolo di Hollywood (Gillian Anderson, Greta Lee, Evan Peters, Hasan Minhaj, Jodie Turner-Smith, Arturo Castro, Cameron Monaghan), promette di esplodere in sala il 10 ottobre. Ma già adesso, con queste immagini, ci fa intuire che Tron: Ares sarà meno “viaggio” e più “invasione”.
E se davvero ci colpirà “right in the grid… wherever that is”, come promette Leto, è meglio iniziare a preparare i firewall.