Il campo delle interfacce cervello-computer (BCI) si sta rapidamente trasformando da un sogno fantascientifico a una realtà concreta, e la competizione tra Stati Uniti e Cina per il dominio tecnologico si sta facendo sempre più serrata. Fino a pochi mesi fa, Neuralink di Elon Musk sembrava il principale candidato al trono di questa rivoluzione, ma ora la Cina ha ufficialmente raggiunto la stessa soglia di progresso con il suo sistema Beinao No 1, sviluppato dall’Istituto di Ricerca sul Cervello di Pechino (CIBR) e dalla sua startup affiliata NeuCyber NeuroTech.

Tra febbraio e marzo, Beinao No 1 ha eseguito con successo tre impianti su pazienti umani, gli stessi numeri finora dichiarati da Neuralink. Questo segna un punto di svolta per la Cina, che non solo ha raggiunto gli Stati Uniti nel numero di pazienti impiantati, ma ha anche ottenuto il supporto attivo del governo per la commercializzazione della tecnologia. La provincia dell’Hubei ha già stabilito un tariffario ufficiale per gli impianti cerebrali: 6.552 yuan (circa 902 dollari) per l’operazione e 3.139 yuan per la rimozione. Anche i dispositivi non invasivi hanno un prezzo fisso, 966 yuan per l’adattamento. Una mossa che evidenzia la strategia di Pechino per trasformare la BCI in un mercato accessibile e scalabile.

L’impianto Beinao No 1 ha permesso a pazienti paralizzati, tra cui una persona con una lesione al midollo spinale e un sopravvissuto a un ictus con emiplegia, di controllare con la mente computer e bracci robotici. Ancora più impressionante è la capacità del sistema di decodificare e trasformare in output vocale i pensieri di un paziente affetto da SLA e con gravi problemi di linguaggio. Un passo avanti che potrebbe rivoluzionare la comunicazione per chi ha perso la capacità di parlare.

Nel frattempo, Neuralink continua la sua corsa con ambizioni ancora più aggressive. Musk ha dichiarato di voler impiantare il suo chip cerebrale in almeno 20-30 pazienti entro la fine dell’anno. Tuttavia, la rapidità con cui la Cina sta avanzando suggerisce che la concorrenza non si limiterà a una semplice gara numerica, ma diventerà una battaglia per il primato tecnologico e commerciale.

Shanghai sta emergendo come un altro polo della ricerca BCI. StairMed, una startup locale che sostiene di avere soluzioni superiori a quelle di Neuralink in alcuni aspetti, ha recentemente raccolto 350 milioni di yuan da investitori di peso come Qiming Venture Partners e Lilly Asia Ventures, spin-off del colosso farmaceutico Eli Lilly. Nel frattempo, il professor Hong Bo della Tsinghua University punta a fornire impianti a 30-50 pazienti in Cina entro la fine dell’anno.

L’obiettivo finale per il CIBR è trasformare Beinao No 1 in un prodotto medico maturo e commercializzabile su scala globale. Questo significa non solo chiudere il gap con Neuralink, ma potenzialmente superarlo con un modello di business più accessibile e regolamentato centralmente. La Cina ha già dimostrato la sua capacità di dominare i mercati emergenti, e se riuscirà a ridurre i costi e a ottenere approvazioni normative rapide, potrebbe presto superare Neuralink nella corsa alla conquista del nostro cervello.