Nel panorama tecnologico odierno, dove l’intelligenza artificiale (IA) richiede sempre più potenza di calcolo e velocità di elaborazione, Lightmatter emerge come una startup all’avanguardia, proponendo soluzioni basate sulla fotonica per superare i limiti dei tradizionali chip elettronici. Fondata nel 2017 da tre ex studenti del MIT, Lightmatter ha recentemente svelato nuove tecnologie destinate a rivoluzionare il settore dei chip per l’IA.​

La tecnologia di Lightmatter si basa sull’uso della luce per trasmettere informazioni tra i chip, sostituendo i segnali elettrici con connessioni ottiche. Questo approccio, noto come silicon photonics, permette di muovere i dati utilizzando la luce, offrendo vantaggi significativi in termini di velocità e efficienza energetica. In un’epoca in cui le applicazioni di IA, come chatbot e generatori di immagini, richiedono connessioni sempre più rapide tra i chip, l’adozione di tecnologie ottiche rappresenta una svolta cruciale.​

Tra i prodotti recentemente introdotti da Lightmatter spiccano un interposer e un “chiplet”. L’interposer è uno strato di materiale su cui i chip di IA possono essere posizionati per connettersi con chip adiacenti, facilitando una comunicazione più efficiente. Il “chiplet”, invece, è una piccola tile progettata per essere integrata sopra un chip di IA, ampliandone le capacità. Secondo le dichiarazioni dell’azienda, l’interposer sarà disponibile nel 2025, mentre il chiplet seguirà nel 2026. La produzione dell’interposer sarà affidata a GlobalFoundries, consolidando una partnership strategica nel settore.​

La crescita di Lightmatter è stata sostenuta da significativi investimenti. Con una valutazione attuale di 4,4 miliardi di dollari e un totale di 850 milioni di dollari raccolti in venture funding, l’azienda si posiziona come un attore chiave nel panorama delle tecnologie fotoniche. Recentemente, ha completato un round di finanziamento di 400 milioni di dollari, guidato da T. Rowe Price, con la partecipazione di Fidelity e GV (il braccio di investimento di Alphabet), indicando un forte interesse del mercato verso le sue innovazioni.​

Nonostante l’entusiasmo attorno alle tecnologie fotoniche, alcuni leader del settore rimangono cauti. Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha sottolineato che, sebbene le connessioni ottiche offrano promesse significative in termini di risparmio energetico e velocità, la tecnologia non è ancora sufficientemente matura per un’adozione su larga scala nelle GPU principali dell’azienda. Tuttavia, Nvidia sta esplorando l’integrazione di tecnologie ottiche in alcuni dei suoi chip di rete, segnalando un interesse crescente verso questa direzione.​

Lightmatter non è l’unica a esplorare il potenziale della fotonica nel calcolo. Altre aziende e istituzioni stanno investendo in questa area, riconoscendo i limiti delle attuali tecnologie elettroniche. Ad esempio, Ephos, una startup italiana finanziata dalla NATO, sta sviluppando chip quantistici fotonici basati sul vetro, offrendo soluzioni più ecologiche ed efficienti per il futuro del calcolo quantistico.

In un contesto globale, l’interesse per la fotonica sta crescendo, con investimenti significativi sia negli Stati Uniti che in Cina. Tuttavia, questa corsa tecnologica solleva anche preoccupazioni geopolitiche. Un gruppo bipartisan di legislatori statunitensi ha recentemente sollecitato una revisione dei rischi per la sicurezza nazionale associati ai progressi della Cina nella tecnologia fotonica, evidenziando l’importanza strategica di questa innovazione.​