Microsoft chiude il suo laboratorio AI a Shanghai, Apple perde un altro ingegnere di punta, e nel frattempo Trump usa TikTok come merce di scambio nei negoziati con Pechino. Tre notizie separate, ma un unico filo conduttore: la disgregazione tecnologica tra Stati Uniti e Cina sta accelerando, con effetti imprevedibili.
Microsoft e la ritirata silenziosa
La chiusura del laboratorio AI di Microsoft a Shanghai è solo l’ultimo segnale di un trend ormai evidente: le grandi aziende tecnologiche occidentali stanno riducendo la loro presenza in Cina. Ufficialmente, la decisione sarebbe legata a una riorganizzazione interna e alla crescente concorrenza dei colossi cinesi dell’intelligenza artificiale come Baidu e Huawei. Ma il contesto geopolitico è innegabile: tra tensioni sui semiconduttori, divieti commerciali e spionaggio industriale, la Silicon Valley non si fida più del mercato cinese.
Apple e la fuga dei cervelli
Se Microsoft chiude, Apple perde pezzi. Kong Long, ingegnere di punta dietro ai chip della Mela, ha lasciato Cupertino per tornare in Cina e lavorare alla prossima generazione di semiconduttori. Non è un caso isolato: Wang Huanyu, altro talento chiave dietro al processore M4, ha fatto lo stesso percorso. Questo fenomeno è preoccupante per Apple, che sta cercando di ridurre la sua dipendenza dalla Cina, ma rischia di vedere il proprio know-how scivolare dall’altra parte del Pacifico.
TikTok: da “minaccia nazionale” a pedina di scambio
E poi c’è TikTok, la saga infinita. Dopo che il Congresso aveva imposto a ByteDance di vendere l’app per motivi di sicurezza nazionale, Trump – ironicamente lo stesso che nel 2020 voleva bandirla – ha cambiato idea e sta usando la piattaforma come leva nei negoziati con la Cina.
La scadenza per la vendita è sabato, ma tutto lascia pensare che non accadrà nulla. Trump ha già dimostrato di poter bypassare il Congresso, estendendo il termine con un ordine esecutivo. Perché? Semplice: TikTok è diventato un asset negoziale, non una vera minaccia. Se ByteDance cede, potrebbe ottenere concessioni tariffarie dalla Casa Bianca. Se resiste, Trump ha comunque un’arma da usare nei colloqui con Pechino.
Chi vince e chi perde
A prima vista, sembrerebbe che gli Stati Uniti abbiano il coltello dalla parte del manico: Microsoft si tira fuori dalla Cina, Apple continua a dominare il mercato nonostante qualche fuga di cervelli, e Trump può usare TikTok come grimaldello diplomatico. Ma non è così semplice.
La Cina sta investendo miliardi per costruire la sua indipendenza tecnologica, mentre le aziende americane stanno perdendo l’accesso a un mercato chiave. E mentre la Casa Bianca gioca a poker con TikTok, Pechino continua a rafforzare il suo ecosistema digitale, con una strategia chiara: sostituire la tecnologia occidentale con alternative domestiche.
In questa partita, nessuno sembra avere una vittoria garantita. Ma una cosa è certa: il mondo della tecnologia non sarà mai più lo stesso.