CoreWeave, il fornitore di servizi cloud specializzato in infrastrutture AI, ha recentemente affrontato un debutto in borsa tutt’altro che stellare. L’azienda aveva inizialmente previsto di vendere 49 milioni di azioni a un prezzo compreso tra 47 e 55 dollari per azione, con l’obiettivo di raccogliere circa 2,7 miliardi di dollari. Tuttavia, a causa di una domanda inferiore alle aspettative, l’offerta è stata ridotta a 37,5 milioni di azioni al prezzo di 40 dollari ciascuna, raccogliendo 1,5 miliardi di dollari e valutando l’azienda intorno ai 23 miliardi di dollari .
Il primo giorno di negoziazione non ha portato sollievo: le azioni di CoreWeave hanno aperto a 39 dollari, scendendo poi a circa 37 dollari, per poi chiudere alla cifra iniziale di 40 dollari . Questo andamento riflette una crescente cautela degli investitori verso le IPO tecnologiche, soprattutto in un mercato che inizia a mostrare segni di surriscaldamento nel settore AI.
Un elemento chiave di preoccupazione è la dipendenza di CoreWeave da un numero ristretto di clienti. Nel 2024, Microsoft ha rappresentato il 62% dei ricavi dell’azienda, mentre Nvidia ha contribuito con un ulteriore 15%, portando la concentrazione totale al 77% . Questa esposizione rende CoreWeave vulnerabile a eventuali cambiamenti nelle strategie o nelle esigenze di questi colossi tecnologici.
A peggiorare la situazione, Microsoft ha recentemente ridotto alcuni dei suoi impegni con CoreWeave, citando problemi di consegna e ritardi . Questa mossa solleva interrogativi sulla stabilità dei flussi di entrate futuri dell’azienda e sulla sua capacità di mantenere rapporti solidi con i principali clienti.
Sul fronte finanziario, CoreWeave naviga in acque turbolente. Nonostante un’impressionante crescita dei ricavi, passando da 229 milioni di dollari nel 2023 a 1,9 miliardi nel 2024, l’azienda ha registrato una perdita netta di 863 milioni di dollari nello stesso periodo . Questo deficit è in parte attribuibile a un debito significativo, con l’azienda che ha raccolto 7,5 miliardi di dollari attraverso accordi di debito con vari operatori di private equity.
Un ulteriore punto di pressione è rappresentato dall’obsolescenza tecnologica. CoreWeave possiede oltre 250.000 GPU Nvidia distribuite in 32 data center . Tuttavia, con l’introduzione dei nuovi chip Blackwell di Nvidia, le GPU esistenti potrebbero perdere valore più rapidamente del previsto, costringendo l’azienda a rivedere le stime sulla vita utile dei suoi asset e ad affrontare aumenti nei costi di ammortamento.
In questo contesto, Nvidia, che detiene una partecipazione del 3,8% in CoreWeave, ha visto evaporare circa 200 milioni di dollari a causa della deludente valutazione dell’IPO . Per sostenere l’offerta pubblica, Nvidia avrebbe investito ulteriori 250 milioni di dollari, evidenziando la stretta interdipendenza tra le due aziende.
La performance sottotono di CoreWeave solleva dubbi più ampi sulla sostenibilità dell’attuale entusiasmo per le aziende AI nel mercato azionario. Come osservato, il mercato delle IPO rischia di diventare un ricettacolo per aziende in difficoltà piuttosto che un palcoscenico per innovatori solidi . Per CoreWeave, il cammino verso la redditività appare irto di sfide, tra cui la gestione del debito, la diversificazione della base clienti e l’adattamento rapido ai cambiamenti tecnologici.