OpenAI, la celebre organizzazione nel campo dell’intelligenza artificiale, sta per chiudere un round di finanziamento senza precedenti da 40 miliardi di dollari, guidato da SoftBank. Questa operazione, che valuta l’azienda a 300 miliardi di dollari, porta con sé una condizione significativa: la transizione a una struttura for-profit entro la fine dell’anno. In caso contrario, il finanziamento potrebbe essere ridotto a 20 miliardi.

La richiesta di SoftBank riflette le crescenti preoccupazioni degli investitori riguardo alla sostenibilità finanziaria di OpenAI. Nonostante un fatturato di 3,7 miliardi di dollari lo scorso anno e previsioni di crescita fino a 29,4 miliardi nel prossimo, l’azienda non prevede di generare flussi di cassa positivi prima del 2029. I costi elevati, legati allo sviluppo di chip, data center e acquisizione di talenti, rendono necessaria una struttura che possa attrarre capitali più consistenti.

La transizione verso un’entità for-profit non è una novità per OpenAI. Già in passato, l’azienda aveva adottato un modello di “profitto limitato”, dove gli investitori potevano ottenere ritorni fino a 100 volte l’investimento iniziale, con eventuali eccedenze destinate all’organizzazione non-profit. ​Tuttavia, l’attuale struttura sembra non soddisfare più le esigenze di finanziamento per progetti ambiziosi come il data center “Stargate” da 18 miliardi di dollari.

La ristrutturazione presenta sfide significative. Microsoft, principale azionista di OpenAI, insieme ad altri investitori, dovrà navigare attraverso complessità legali e strategiche per facilitare questa metamorfosi. Inoltre, la recente rimozione temporanea del CEO Sam Altman nel 2023 ha sollevato interrogativi sulla governance dell’azienda. ​

Parallelamente, concorrenti come Anthropic, guidata dall’ex cofondatore di OpenAI Dario Amodei, stanno emergendo con visioni alternative sull’etica e la sicurezza dell’IA. Anthropic punta a sviluppare un’intelligenza artificiale generale benevola, sottolineando l’importanza di standard globali per la sicurezza dell’IA. ​