Alibaba sta alzando il tiro nella lotta contro le immagini di prodotto generate dall’intelligenza artificiale, un fenomeno che sta sfuggendo di mano a livello globale. La sua piattaforma di e-commerce Taobao ha annunciato una nuova iniziativa per arginare l’uso improprio dell’AI nella creazione di immagini pubblicitarie ingannevoli, una mossa che punta a proteggere i consumatori e i brand originali.

Con la crescente accessibilità di strumenti avanzati di generazione di immagini, molti venditori hanno trovato terreno fertile per abbellire – o meglio, falsificare – i propri prodotti con un realismo mai visto prima. Ma Alibaba ha deciso di dire basta. Il messaggio è chiaro: il ritocco è consentito, ma solo se rimane “moderato e realistico”. In altre parole, niente più immagini che mostrano prodotti in versioni esageratamente perfette, distanti anni luce dalla realtà.

Per mettere in pratica questa stretta, Taobao sta potenziando i suoi modelli di rilevamento, che hanno già bloccato quasi 100.000 immagini manipolate in modo eccessivo. Inoltre, introdurrà indicatori visivi sulle pagine prodotto per segnalare chiaramente quando un’immagine è stata generata o modificata dall’AI. Un’idea che, se ben implementata, potrebbe sensibilizzare i consumatori e ridurre le possibilità di truffe visive.

Gli indizi per smascherare le immagini AI non mancano. Taobao ha già individuato alcune anomalie tipiche: mani innaturali, piedi distorti, ombre incoerenti e persino caratteri linguistici senza senso. Sono dettagli apparentemente minimi, ma che rivelano la firma artificiale dietro immagini fin troppo perfette.

Il problema non è solo etico ma anche commerciale. Il realismo offerto da modelli multimodali avanzati sta rendendo quasi indistinguibile il confine tra realtà e inganno. Se un venditore può creare con un clic immagini più accattivanti di qualsiasi shooting fotografico, chi tutela il consumatore? Il rischio di disallineamento tra aspettative e realtà del prodotto è enorme e mina la fiducia nell’e-commerce stesso.

Alibaba, che vive del suo ecosistema di marketplace, non può permettersi un mercato drogato da immagini fasulle. E mentre le autorità regolatorie faticano a stare al passo con l’AI, i giganti del settore iniziano a imporre regole più stringenti. La domanda ora è: chi sarà il prossimo a seguire la stessa strada?