Apple sta preparando il terreno per un utilizzo più aggressivo dei dati raccolti da Look Around, la sua versione di Google Street View. A partire da marzo 2025, le immagini e i dati 3D catturati durante le mappature non serviranno solo per migliorare Apple Maps, ma diventeranno carburante per allenare modelli di intelligenza artificiale destinati a prodotti e servizi dell’azienda.

Il cambiamento, segnalato da 9to5Mac, è stato discretamente aggiornato nella documentazione ufficiale di Apple, e potrebbe rappresentare una svolta significativa nell’approccio dell’azienda alla raccolta e all’uso dei dati visivi. Traduzione: quello che Apple sta catturando con le sue auto e i suoi zaini tecnologici non si limiterà più alla semplice navigazione, ma entrerà direttamente nel mondo della generazione e del riconoscimento di immagini tramite AI.

Apple, nel suo tipico stile, rassicura sulla privacy, dichiarando che le immagini utilizzate nei suoi modelli AI avranno già volti e targhe sfocate. Tuttavia, il confine tra protezione della privacy e sfruttamento massiccio dei dati si assottiglia sempre di più. Sebbene sia possibile chiedere la rimozione della propria abitazione dai database visivi, la scelta predefinita di Apple è quella di mantenerle visibili.

Ma cosa farà esattamente Apple con questi dati? La società non ha ancora chiarito nel dettaglio l’uso finale, ma è probabile che alimenteranno funzioni avanzate di riconoscimento immagini e creazione di contenuti tramite AI, come già visto in Image Playground, nel tool Clean Up di Apple Photos e nelle ricerche avanzate delle immagini nell’app Foto. In altre parole, Apple sta costruendo un’infrastruttura AI basata su ciò che vede nel mondo reale.

Sebbene Apple si sia finora posizionata come una paladina della privacy rispetto ad aziende come Google e Meta, l’uso dell’intelligenza artificiale sta riscrivendo le regole del gioco. Se fino a ieri l’azienda vendeva i suoi prodotti come un’alternativa sicura ai giganti della pubblicità online, ora sta entrando nel business della raccolta e dell’addestramento dei dati su larga scala.

La domanda diventa quindi inevitabile: Apple sta davvero difendendo la privacy degli utenti o sta semplicemente riscrivendo la narrazione per giustificare un’espansione nel settore dell’intelligenza artificiale? E soprattutto, quanto tempo passerà prima che questo tipo di raccolta dati si sposti anche su altri servizi come Face ID o la fotocamera dell’iPhone?