I robot umanoidi di Unitree Robotics non arriveranno nelle case tanto presto, almeno non nei prossimi due o tre anni. Il motivo? Questione di sicurezza. Lo ha confermato Wang Xingxing, fondatore e CEO della società cinese, in un’intervista a media governativi. In parole povere, il sogno di avere un aiutante robotico che cucini e pulisca per noi dovrà aspettare. E forse è meglio così, considerando che l’ultima dimostrazione di Unitree ha mostrato un G1 che, più che uno chef, sembrava un bambino pasticcione: uova rotte, latte versato, un disastro.
Non che Unitree non stia facendo progressi. L’azienda di Hangzhou ha guadagnato una visibilità enorme grazie alla performance dei suoi H1 alla Festa di Primavera e alla presenza del suo fondatore accanto a Xi Jinping. Ma la realtà è che la strada verso i robot domestici è ancora lunga. Oggi Unitree si concentra sulle applicazioni industriali e sulla robotica avanzata. Il G1 ha impressionato con i suoi movimenti di kung fu e il primo side flip mai eseguito da un umanoide, ma tra fare capriole e preparare la colazione senza distruggere la cucina c’è un abisso.
Nel frattempo, i competitor si muovono. Shenzhen Dobot ha mostrato un robot in grado di preparare la colazione con una precisione che farebbe invidia a molti umani. Certo, il prezzo di 199.000 yuan lo rende più un lusso che un elettrodomestico, ma il segnale è chiaro: la corsa ai robot domestici è aperta.
Unitree non sta a guardare. Ha appena registrato una nuova entità a Shenzhen, segno che la città rimane un centro nevralgico della robotica, nonostante Hangzhou stia attirando sempre più attenzione. Wang è fiducioso che l’AI accelererà lo sviluppo degli umanoidi, ma anche lui sa che il mercato domestico richiede qualcosa in più: non solo potenza e agilità, ma precisione, affidabilità e, soprattutto, sicurezza.
Finché i robot continueranno a rompere più uova di quante ne cucinino, sarà difficile convincere il pubblico a portarli in casa.