Benvenuti nell’era in cui le app non servono più. O almeno, non come le abbiamo conosciute fino ad oggi.

Gli “agenti” di OpenAI stanno per mettere a ferro e fuoco il mercato delle consumer app come DoorDash, Uber e Instacart. Il motivo?

L’utente non avrà più bisogno di aprire l’app.Sì, avete capito bene: l’intelligenza artificiale gestirà tutto in autonomia, navigando per noi, effettuando ordini e prenotazioni senza che dobbiamo neanche degnarci di un tap.

La domanda sorge spontanea: se le persone non aprono più le app, che fine fanno le pubblicità in-app? E i modelli di business costruiti sulle commissioni per ogni transazione? Spoiler: non stanno dormendo sonni tranquilli.

La grande disintermediazioneLe piattaforme come DoorDash e Uber hanno sempre vissuto di un principio semplice: attirare il cliente nell’app, farlo interagire e monetizzarlo con commissioni, pubblicità o entrambi.

Ma se un agente AI può gestire un ordine direttamente, bypassando il sito o l’app, il traffico si azzera. Senza traffico, addio pubblicità. Senza pubblicità, addio revenue.

Immaginate uno scenario in cui un agente AI confronta in tempo reale i prezzi di diverse piattaforme di delivery, seleziona quella più conveniente e finalizza l’ordine.

Il tutto senza che l’utente debba mai interagire con l’app di riferimento. Un disastro per chi ha investito miliardi nella costruzione di un brand, nell’acquisizione clienti e nella retention.La corsa ai ripari delle big techLe aziende colpite non stanno certo con le mani in mano. La loro strategia?

Costruire agenti AI proprietari per mantenere il controllo dell’esperienza utente. DoorDash potrebbe lanciare un suo assistente AI che, guarda caso, suggerisce sempre di rimanere sulla sua piattaforma.

Ma qui si apre un’altra guerra: chi controllerà questi agenti? Se OpenAI o Google (con Gemini) diventano i nuovi “gatekeeper” delle transazioni digitali, le app si trasformeranno in semplici fornitori di servizi, con pochissimo potere contrattuale.E non dimentichiamoci delle commissioni.

Se oggi paghiamo un sovrapprezzo per un ordine su Uber Eats, domani il nostro agente AI potrebbe negoziare direttamente con il ristorante, eliminando la necessità della piattaforma.

Risultato? Margini erosi e piattaforme costrette a reinventarsi.

Un futuro senza app?Forse è prematuro suonare le campane a morto per il settore, ma la direzione è chiara. I modelli di business basati sul controllo dell’utente e del traffico in-app stanno per essere messi alla prova.

Se gli agenti AI diventano la norma, molte aziende dovranno ripensare completamente il loro ruolo nel mercato.

La realtà è che stiamo entrando in una nuova era digitale, in cui l’interfaccia utente potrebbe non essere più un’app, ma un’intelligenza artificiale che lavora nell’ombra, prendendo decisioni per noi.

E quando le AI iniziano a decidere cosa comprare, da chi e a che prezzo, chiunque guadagni sulla frizione del processo rischia di scomparire.Benvenuti nel futuro, dove le app non contano più.