Mentre l’Occidente si dibatte tra regolamentazioni e investimenti miliardari in intelligenza artificiale, la Cina sferra un colpo diretto a Silicon Valley con 01.AI, la startup fondata dal veterano dell’AI Lee Kai-fu. In meno di otto mesi, la società ha raggiunto lo status di unicorno, superando la valutazione di un miliardo di dollari grazie al suo modello open-source Yi-34B, che batte le alternative americane su metriche chiave. Un’ulteriore dimostrazione che la supremazia nell’intelligenza artificiale non è più esclusiva di OpenAI, Google e Meta.
L’operazione ha il marchio di Alibaba, che insieme ad altri investitori ha contribuito alla crescita esplosiva della startup di Pechino. Il modello Yi-34B, disponibile sia in cinese che in inglese, si è imposto in cima alle classifiche di Hugging Face, superando addirittura il celebrato Llama 2 di Meta. Un segnale chiaro: la Cina non sta solo inseguendo l’Occidente, ma lo sta già sorpassando.
Lee Kai-fu non è un nome qualunque nel mondo dell’AI. Ex dirigente di Google, Microsoft e Apple, ha deciso di passare dalla finanza alla guida operativa, diventando CEO di 01.AI mentre mantiene la leadership di Sinovation Ventures. Il suo obiettivo? Creare un’alternativa open-source che possa competere globalmente, sfidando il monopolio delle Big Tech americane.
A differenza dei modelli proprietari di OpenAI e Google, 01.AI punta su un ecosistema aperto, consentendo agli sviluppatori di tutto il mondo di sfruttare e personalizzare la sua tecnologia. Una strategia che potrebbe ribaltare il mercato dell’intelligenza artificiale, democratizzandone l’accesso e riducendo la dipendenza dalle costose soluzioni occidentali.
Non è un caso che 01.AI abbia anticipato le mosse del governo statunitense, facendo incetta dei semiconduttori avanzati di Nvidia prima che le restrizioni di Biden bloccassero l’export verso la Cina. Con le nuove limitazioni che vietano persino i chip di fascia intermedia, Pechino ha capito che l’autosufficienza tecnologica è ormai una questione di sopravvivenza.
Lee ha ammesso di aver scommesso tutto sulle scorte di GPU, arrivando persino a indebitarsi con Sinovation Ventures. Ma la mossa sembra aver pagato: mentre le aziende cinesi minori faticano a reperire hardware per l’AI, 01.AI ha garantito la sua operatività per il prossimo futuro.
Il mercato dell’AI è ormai un campo di battaglia geopolitico. Se da un lato gli USA impongono restrizioni sempre più severe, dall’altro la Cina non solo resiste, ma rilancia con startup come 01.AI. La scelta di rendere Yi-34B open-source è una mossa strategica per attrarre talenti e clienti fuori dalla Cina, specialmente in quei paesi che vogliono ridurre la loro dipendenza tecnologica da Silicon Valley.
Ma Lee non si ferma qui: il prossimo passo è un modello proprietario con oltre 100 miliardi di parametri, pensato per competere direttamente con GPT-4 di OpenAI. Il suo obiettivo è conquistare i grandi clienti internazionali – banche, assicurazioni, multinazionali – offrendo una soluzione AI di alto livello in più lingue.
L’ascesa di 01.AI dimostra che la Cina non è solo un follower nel campo dell’intelligenza artificiale, ma un leader emergente pronto a ridefinire le regole del gioco. Mentre Washington cerca di contenere la crescita tecnologica di Pechino, la realtà è che startup come questa stanno già cambiando l’equilibrio di potere nell’AI globale.
Lee Kai-fu ha ragione su un punto: l’intelligenza artificiale è la più grande rivoluzione della storia umana. Ma la domanda ora è un’altra: chi ne scriverà il futuro, Silicon Valley o Pechino?