L’intelligenza artificiale sta vivendo il suo momento di svolta in Cina, e a guidare la carica c’è DeepSeek, la piattaforma open-source che sta riscrivendo le regole del gioco. Lee Kai-fu, ex capo di Google China e fondatore di 01.AI, ha deciso di puntare tutto su DeepSeek, abbandonando lo sviluppo di modelli proprietari per concentrarsi sulla fornitura di soluzioni basate su questa tecnologia. Una mossa che non solo mette in discussione la sostenibilità dei modelli chiusi, ma lancia anche una sfida diretta a OpenAI e al suo business basato su abbonamenti a ChatGPT.

Lee non si fa illusioni: l’epoca dei costosi modelli pre-addestrati è al tramonto. L’adozione esplosiva di DeepSeek ha spinto molte aziende cinesi a riconsiderare le proprie strategie, rendendo sempre più difficile giustificare gli investimenti miliardari in infrastrutture per l’addestramento di modelli proprietari. “Un modello pre-addestrato può avere senso solo se hai centinaia di milioni di utenti”, spiega Lee. Non è un caso che aziende come Alibaba, Google o ByteDance possano permettersi di costruire i loro modelli, mentre la maggior parte degli altri attori del settore fatica a trovare una giustificazione economica per farlo.

La scelta di 01.AI di diventare un fornitore di soluzioni basate su DeepSeek rappresenta un cambio di paradigma. Mentre colossi come Huawei e Lenovo puntano su soluzioni hardware integrate, Lee gioca una partita diversa: sfruttare la sua esperienza nello sviluppo di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) per ottimizzare DeepSeek per settori specifici, come finanza, gaming e legale. La vera differenza? La capacità di personalizzare il modello, accelerarne l’inferenza e integrarlo con precisione nelle operazioni aziendali.

Questa strategia sta già dando i suoi frutti. Lee prevede che 01.AI genererà 100 milioni di yuan (circa 13 milioni di dollari) di ricavi nel primo trimestre del 2025, eguagliando i risultati dell’intero 2024. Tuttavia, la strada verso la redditività è ancora lunga. L’azienda, con circa 200 dipendenti, ha iniziato a produrre i propri server, ma senza entrare nel mercato degli “all-in-one” che dominano il panorama AI cinese.

Nel frattempo, la popolarità di DeepSeek non è passata inosservata a livello internazionale. OpenAI, guidata da Sam Altman, ha lanciato una campagna per convincere il governo degli Stati Uniti a vietare i modelli di DeepSeek, sostenendo che siano sotto il controllo statale cinese. Per Lee, questa è solo una reazione isterica di fronte a un modello open-source che sta minando il business di OpenAI. “Il loro castello di carte sta crollando perché qualcuno ha costruito una casa altrettanto solida, ma gratuita”, afferma senza mezzi termini.

Il futuro dell’AI, quindi, sembra sempre più orientato verso l’open-source. DeepSeek sta spingendo molte aziende a riconsiderare il valore di modelli proprietari costosi e chiusi, e la risposta del mercato è chiara: la flessibilità e l’accessibilità contano più della segretezza tecnologica. Il vero interrogativo ora è quanto a lungo OpenAI e le altre aziende occidentali riusciranno a mantenere il loro vantaggio competitivo prima di dover adattarsi a questa nuova realtà.

“L’intelligenza artificiale (IA) è un software e un hardware intelligenti in grado di svolgere compiti che in genere richiedono l’intelligenza umana. L’IA è la spiegazione del processo di apprendimento umano, la quantificazione del processo di pensiero umano, la spiegazione del comportamento umano e la comprensione di ciò che rende possibile l’intelligenza. È l’ultimo passo dell’umanità nel viaggio verso la comprensione di noi stessi e spero di prendere parte a questa nuova, ma promettente scienza”.