Shenzhen Dobot ha lanciato la sua sfida nel mercato dei robot umanoidi con il Dobot Atom, un modello avanzato che sarà venduto a 199.000 yuan (circa 27.500 dollari). L’annuncio ha scatenato l’entusiasmo degli investitori, facendo impennare le azioni dell’azienda di quasi il 28%. Con un prezzo decisamente più accessibile rispetto ai concorrenti, Dobot Atom potrebbe essere il primo umanoide a raggiungere una produzione di massa già entro il 2025, ridefinendo le dinamiche del settore.
Dobot, storicamente nota per i suoi bracci robotici industriali, ha presentato il Dobot Atom come il primo umanoide con mani a cinque dita e un’andatura a ginocchia dritte, caratteristica che ne riduce il consumo energetico del 42%. Il robot, alto 1,53 metri, ha una precisione di posizionamento di 0,05 mm e può operare su superfici di lavoro comprese tra i 70 e i 100 cm di altezza. In un video promozionale, il Dobot Atom viene mostrato mentre prepara la colazione, versando latte e sistemando cibo su un piatto, dimostrando la sua capacità di eseguire attività quotidiane con una sorprendente destrezza.
Un mercato in fermento: dalla Cina agli Stati Uniti
Il Dobot Atom si inserisce in un panorama sempre più affollato di start-up cinesi impegnate nello sviluppo di umanoidi avanzati. Oltre a Dobot, altre aziende stanno affilando le armi per competere in questa nuova era della robotica. La Shenzhen UBTech, ad esempio, ha presentato il suo modello Tien Kung Xingzhe da 299.000 yuan, progettato per la ricerca. La stessa UBTech, con la sua serie Walker, ha venduto solo 10 unità tra il 2021 e il 2023, generando 59,8 milioni di yuan di entrate, segno che il mercato è ancora agli albori ma con margini di crescita impressionanti.
Anche EngineAI ha attirato l’attenzione con il PM01, un piccolo umanoide dal costo di 13.700 dollari, capace di eseguire il primo salto mortale frontale mai registrato da un robot di questo tipo. Il modello full-size SE01, invece, dovrebbe avere un prezzo compreso tra i 150.000 e i 200.000 yuan. A rincarare la dose ci pensa Unitree Robotics, il cui robot H1 (1,8 metri di altezza) è stato venduto a 650.000 yuan, mentre il più compatto G1 parte da 16.000 dollari.
A livello internazionale, la sfida più attesa è quella con Tesla Optimus. Il robot di Elon Musk, ancora lontano dalla produzione di massa, potrebbe costare meno di 20.000 dollari una volta che l’azienda raggiungerà una produzione annua di un milione di unità. Musk ha dichiarato che Tesla prevede di produrre diverse migliaia di esemplari già nel 2024, puntando a rivoluzionare l’industria manifatturiera e la logistica.
Il futuro della robotica umanoide: chi vincerà la corsa?
Il lancio del Dobot Atom segna un passo avanti importante per la robotica cinese, che punta a superare le aziende occidentali nella corsa agli umanoidi di nuova generazione. Il prezzo competitivo e le funzionalità avanzate lo rendono un candidato ideale per una produzione su larga scala, ma la strada verso l’adozione di massa rimane incerta. L’effettiva utilità di questi umanoidi, la loro integrazione nel mondo del lavoro e la capacità di abbattere i costi di produzione saranno i fattori chiave che determineranno il vincitore di questa corsa tecnologica.
Se Tesla dovesse mantenere le promesse di Musk, potrebbe imporsi come leader globale, ma la Cina, con le sue capacità produttive e il supporto governativo, ha tutte le carte in regola per dettare le regole del gioco. Resta solo da vedere chi riuscirà a trasformare il sogno degli umanoidi in una realtà quotidiana, senza farli diventare l’ennesima costosa trovata da laboratorio.