Il settore della robotica umanoide sta vivendo una delle accelerazioni più impressionanti degli ultimi anni. Negli ultimi giorni, aziende statunitensi e cinesi hanno annunciato una serie di progressi che lasciano pochi dubbi: la produzione di massa dei robot umanoidi è più vicina di quanto si pensasse. La posta in gioco è altissima, con alcuni analisti che già paragonano il mercato nascente della robotica all’industria automobilistica, destinata forse a essere superata in termini di impatto economico e produttivo.

Negli Stati Uniti, Figure AI ha presentato una linea di produzione automatizzata in grado di sfornare fino a 12.000 umanoidi all’anno. Un numero impressionante, se si considera che fino a oggi questi robot sono rimasti confinati nei laboratori di ricerca o in produzioni artigianali. Parallelamente, in Cina, la Midea Group – nota per i suoi elettrodomestici ha svelato un prototipo di umanoide sviluppato in proprio, mentre Unitree
ha mostrato il suo “kung fu bot” eseguire il primo side flip della storia della robotica umanoide. Un exploit tecnico che ha mandato in visibilio gli appassionati del settore e ha attirato l’attenzione degli investitori.

Non è un caso che anche il CEO di Nvidia, Jensen Huang, abbia rilasciato dichiarazioni entusiastiche, prevedendo che gli umanoidi saranno operativi nelle fabbriche entro cinque anni. Non più quindi un futuro lontano e ipotetico, ma una rivoluzione industriale che sta prendendo forma sotto i nostri occhi.
Dalla sperimentazione alla realtà: le aziende accelerano sulla robotica umanoide
I grandi player cinesi non stanno certo a guardare. Chery ha svelato i suoi robot destinati alla produzione automobilistica e alla vendita nei suoi negozi, mentre Haier – colosso degli elettrodomestici ha annunciato che i suoi umanoidi saranno presto utilizzati per automatizzare le attività domestiche. Shenzhen Dobot, noto per i suoi bracci robotici industriali, ha visto il valore delle sue azioni impennarsi del 28% dopo aver annunciato il suo ultimo umanoide, già in fase di pre-ordine al prezzo di circa 27.500 dollari.
Il video di presentazione del robot Dobot lo mostra mentre prepara un piatto con pane tostato, lattuga e ciliegie, e serve una tazza di latte. Una dimostrazione volutamente orientata al mercato consumer, che suggerisce quanto i produttori stiano già pensando a una penetrazione nelle case e non solo nelle fabbriche.
La Cina vuole il primato nella rivoluzione umanoide
Pechino ha da tempo riconosciuto il valore strategico della robotica umanoide. Con un declino demografico che rischia di compromettere la produttività del paese, l’adozione di robot avanzati è vista come una necessità per sostenere la competitività del settore manifatturiero.
Il governo cinese ha già avviato programmi di incentivazione per le aziende che investono nell’automazione e nell’uso di umanoidi per lavori ripetitivi e pericolosi. Secondo Zhu Minghao, direttore del Centro di Ricerca sulla Manifattura Avanzata dell’Università di Pechino Jiaotong, il primo banco di prova sarà proprio l’industria. Ma una volta dimostrata la loro efficienza nelle fabbriche, gli umanoidi saranno pronti a entrare nelle case, negli ospedali e nei servizi pubblici.
La competizione tra Stati Uniti e Cina per il primato nella robotica umanoide si sta facendo serrata, e con ogni probabilità sarà questo il settore che definirà la prossima grande rivoluzione industriale. La domanda non è più se gli umanoidi diventeranno parte della nostra vita quotidiana, ma quando accadrà. E i segnali dicono che sarà molto prima di quanto immaginiamo.