Zoox, la startup di guida autonoma sostenuta da Amazon, ha appena ritirato 258 veicoli dopo che la NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) ha aperto un’indagine sul loro software. Un colpo durissimo per l’azienda, che probabilmente pensava che l’automazione avrebbe risolto tutti i problemi, ma ora si trova con la coda tra le gambe. A causare il ritiro, non sono stati qualche bug minore o glitch sporadici, ma incidenti veri e propri. In due distinti eventi, motociclisti sono stati tamponati da Toyota Highlander equipaggiate con la tecnologia di guida autonoma di Zoox. Un vero e proprio “autogol” per una tecnologia che sta cercando di convincere il mondo che l’automazione è la chiave per il futuro dei trasporti.
La NHTSA ha deciso di intervenire dopo questi episodi, aprendo un’indagine che ha messo in luce alcune criticità del software di Zoox. Non è bastato che l’azienda avesse tranquillizzato tutti dicendo che il software era stato aggiornato e che nessuna delle auto attualmente in circolazione utilizzava più la versione obsoleta. Un bel tentativo di scrollarsi di dosso la polvere, ma non basta. A quanto pare, anche le auto futuristiche con i sedili rivolti l’uno verso l’altro e senza volante, in perfetto stile sci-fi, non sono così sicure come si potrebbe immaginare.
Zoox ha dichiarato che, dopo l’aggiornamento del software, i veicoli coinvolti nei ritiri non sono più in circolazione con la versione incriminata. Ma la verità è che queste 380 auto registrate presso il DMV della California non sono proprio una flotta pronta per invadere le strade: solo una parte di esse è operativa, mentre il resto sembra ancora essere in una fase di testing. La domanda sorge spontanea: se queste auto non sono ancora pronte per l’uso su larga scala, perché non sono state ritirate tutte, con tanto di aggiornamento, prima che accadessero gli incidenti?
Il piano di Zoox di lanciare i suoi robotaxi commerciali a Las Vegas quest’anno potrebbe sembrare la mossa giusta per capitalizzare sull’innovazione. Ma con questa macchia sull’affidabilità del software, le cose potrebbero prendere una piega ben diversa. E, a dirla tutta, l’idea di far pagare i passeggeri per un servizio che non ha dimostrato ancora di essere perfettamente sicuro sembra una mossa audace, forse troppo. Zoox dovrà affrontare molte domande scomode prima di vedere il successo del suo piano nel deserto di Las Vegas.
L’ironia della situazione sta nel fatto che una compagnia che punta a rivoluzionare i trasporti con la guida autonoma si ritrova a dover fare i conti con il semplice fatto che la tecnologia, nonostante le promesse, non è ancora perfetta. Un’industria che si vanta di essere all’avanguardia si ritrova a correre ai ripari dopo che i motociclisti – che dovrebbero essere i meno preoccupati per la guida autonoma – finiscono nel mirino. In fin dei conti, sembra che i sogni del futuro debbano ancora fare i conti con la dura realtà della sicurezza stradale.
Un’altra lezione che Zoox dovrebbe imparare: quando si tratta di tecnologia, non basta promettere il futuro; bisogna garantirne la sicurezza.