Elon Musk riesce sempre a far suonare la sua orchestra finanziaria con melodie che incantano gli investitori, anche quando gli strumenti sono palesemente scordati. L’ultimo miracolo? X (ex Twitter) ha raccolto “quasi un miliardo di dollari” in equity fresca, portando la sua valutazione a 32 miliardi di dollari, nonostante un crollo dei ricavi del 50% rispetto al 2021. La matematica suggerirebbe un valore ben inferiore, ma Musk non gioca con le calcolatrici: lui usa il carisma e l’hype.
I numeri, però, sono impietosi. Gli investitori hanno accettato di valutare X a 16 volte il suo fatturato previsto per il 2024, il doppio rispetto alle altre piattaforme social come Reddit, Snap, Pinterest e persino il gigante Meta. Se X seguisse le stesse logiche di mercato, la sua valutazione si fermerebbe a 21,6 miliardi di dollari, e il valore del suo equity, una volta sottratti i 13 miliardi di debiti, crollerebbe a soli 9 miliardi. Ma ecco la magia: Musk ha trovato il modo di convincere gli investitori che il suo prodotto valga molto di più.
Come? Prima di tutto, ha messo del capitale di tasca propria, il che suggerisce che non c’era proprio la fila per investire. Poi c’è la promessa di una ripresa, con alcuni brand pubblicitari che stanno tornando (forse più per inerzia che per convinzione). Infine, c’è il cavallo di Troia più interessante: la connessione con xAI, la sua startup di intelligenza artificiale. X possiede il 10% di xAI, e se quest’ultima dovesse davvero raggiungere una valutazione di 75 miliardi di dollari, quella quota varrebbe 7,5 miliardi—abbastanza per coprire il disastro finanziario di X.
Ma questa è una vittoria di Pirro: il fatto che Musk abbia dovuto regalare una fetta di xAI per rendere più digeribile l’investimento in X dimostra quanto disastrosa sia stata l’acquisizione di Twitter. La vera domanda è se Musk riuscirà mai a rientrare dei 44 miliardi che ha speso.
AI, miliardi e comunicati stampa incomprensibili
Nel frattempo, xAI ha annunciato una joint venture con BlackRock, Microsoft, Nvidia e il fondo sovrano di Abu Dhabi MGX per la costruzione di nuovi data center per l’intelligenza artificiale. Un’operazione simile alla Stargate Initiative di OpenAI con SoftBank e Oracle: questi centri di calcolo bruciano così tanti miliardi che ormai servono consorzi di giganti finanziari per sostenerli.
Se però speravate di capirci qualcosa leggendo il comunicato stampa, vi conviene rassegnarvi. L’industria della tecnologia ha raggiunto nuovi livelli di incomprensibilità con frasi come questa:
“BlackRock, Global Infrastructure Partners (GIP), a part of BlackRock, Microsoft, and MGX today announced that NVIDIA and xAI will join the Global AI Infrastructure Investment Partnership, now named the AI Infrastructure Partnership (AIP), further strengthening the partnership’s technology leadership as the platform seeks to invest in new and expanded AI infrastructure.”
Nemmeno il chatbot Grok di xAI è riuscito a tradurlo in inglese decente. Quando il linguaggio aziendale diventa più criptico delle criptovalute, forse è un segnale che dietro ci sia più fumo che arrosto.