Nel cuore della trasformazione digitale che sta investendo la Giustizia amministrativa italiana, l’innovazione non è più un’opzione, ma un imperativo.vIl Consiglio di Stato ha tracciato una strada che non solo ridefinisce l’interazione tra tecnologia e diritto, ma proietta il sistema giudiziario in una nuova era di efficienza, trasparenza e sostenibilità.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale è il perno di questa evoluzione, non come sostituto del magistrato, ma come strumento di supporto che velocizza e ottimizza il lavoro di analisi, studio e aggiornamento normativo.
Un cambiamento radicale, ma guidato da una consapevolezza chiara: la tecnologia deve essere al servizio della giustizia, senza comprometterne i principi fondanti.A sottolineare questo approccio è Brunella Bruno, Magistrata Responsabile del Servizio per l’Informatica del Consiglio di Stato, che ribadisce come l’AI non sia destinata a sostituire il giudice, ma a fornirgli strumenti avanzati per una gestione più efficace delle informazioni e dei procedimenti.
Un obiettivo ambizioso che si è concretizzato grazie a una sinergia tra esperti IT, giuristi e partner tecnologici, con Oracle in prima linea, sotto la governance della Giustizia amministrativa.
Un’infrastruttura tecnologica pensata per l’efficienza e la sostenibilitàLa selezione delle tecnologie non è stata casuale, ma orientata alla sostenibilità e alla sicurezza. L’adozione di Oracle Cloud Infrastructure (OCI) ha garantito non solo elevate prestazioni e affidabilità, ma anche un’impronta ecologica ridotta.
Alimentata da fonti rinnovabili e progettata per ottimizzare il consumo energetico, questa infrastruttura ha consentito di ridurre drasticamente la dipendenza dagli archivi cartacei, contribuendo in modo significativo alla riduzione dell’impatto ambientale.
Ma la digitalizzazione non è solo una questione di infrastrutture. Il Consiglio di Stato ha investito nella reingegnerizzazione dei portali interni ed esterni, nella creazione di strumenti avanzati di business intelligence e nella messa a disposizione di open data accessibili a chiunque.
Un passo cruciale per garantire una maggiore trasparenza e facilitare l’accesso ai dati giuridici da parte di cittadini, studiosi e professionisti del diritto. L’intelligenza artificiale al servizio della giustiziaLa Giustizia amministrativa, già pioniera del processo telematico, ha sfruttato la tecnologia per rispondere a tre esigenze fondamentali:
Efficienza e velocità: accelerare le fasi di studio e analisi senza intaccare il ruolo decisionale del magistrato.
Sicurezza e continuità operativa: garantire infrastrutture digitali sicure e affidabili.
Trasparenza e accessibilità: rendere i dati pubblici più fruibili grazie agli open data.
Le sfide affrontate sono state numerose, prima fra tutte la necessità di evitare il rischio di una giustizia “opaca“, in cui algoritmi non verificabili influenzano decisioni cruciali. Per questo è stato essenziale sviluppare un sistema che garantisse un alto livello di accuratezza e trasparenza, evitando le cosiddette black box e minimizzando il rischio di interpretazioni errate o eccessivamente generiche da parte delle AI.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel sistema giudiziario si è tradotta in cinque applicazioni chiave:
1. Richiamo e verifica delle fonti giurisprudenziali: rilevazione automatica e immediata dei riferimenti giurisprudenziali presenti in un testo.
2. Identificazione di casi simili e ricorsi connessi: utilizzo della ricerca semantica per individuare procedimenti simili ancora pendenti.
3. Collegamento tra atti e leggi di riferimento: riconoscimento automatico delle normative pertinenti in base al contenuto di un atto.
4. Analisi delle sentenze: individuazione di similitudini tra decisioni giurisprudenziali attraverso connessioni semantiche avanzate.
5. Anonimizzazione dei provvedimenti: sviluppo di strumenti in grado di oscurare dati sensibili rispettando la normativa sulla privacy senza compromettere la comprensibilità del testo.
Un progetto che ha già ottenuto il riconoscimento dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, con l’assegnazione del premio “Agenda Digitale 2024” per la migliore iniziativa innovativa nella categoria delle Amministrazioni centrali. Un traguardo che non è solo il simbolo di un percorso virtuoso, ma il segno tangibile di come la tecnologia possa essere il motore di una giustizia più efficiente, accessibile e sostenibile.