Sembra che ultimamente non si possa nemmeno camminare per strada senza inciampare in qualcuno che vuole comprare TikTok. Ovviamente è un’iperbole, ma rende bene l’idea: dai miliardari eccentrici agli influencer di YouTube, fino alle startup AI, tutti sembrano interessati all’app più discussa del momento. Ma come sempre, quelli che fanno più rumore non sono necessariamente quelli che contano. Il vero nome da tenere d’occhio? Oracle.
Secondo le ultime indiscrezioni, Oracle è il candidato preferito dalla dirigenza di ByteDance, la società madre di TikTok. E questo non è certo un caso. Oracle non è solo un colosso tecnologico, ma è anche il principale fornitore di cloud per TikTok negli Stati Uniti. Anche Google, Microsoft e Amazon hanno contratti con TikTok o ByteDance, ma nessuno di loro sembra essere in una posizione privilegiata come Oracle. E qui sta il punto cruciale: TikTok non è solo una miniera d’oro pubblicitaria, è anche un cliente gigantesco per il settore cloud.
Dai dati disponibili, TikTok è il quarto maggiore cliente di servizi cloud al mondo, con una spesa stimata tra i 600 e gli 800 milioni di dollari all’anno già due anni fa. Considerando la crescita dell’app, il conto oggi è sicuramente più salato. E questo senza contare gli altri servizi di ByteDance, come Douyin in Cina, né gli investimenti multimiliardari dell’azienda nell’intelligenza artificiale e nei chip per il machine learning.
Se si guarda alla storia recente, tutto torna. Già nel 2020 Oracle e Microsoft si erano contesi TikTok in un’asta strategica. Alla fine, Oracle ne uscì vincente, ottenendo l’accesso ai suoi dati e rafforzando la sua posizione nel mercato cloud. Ora, con una TikTok ancora più grande e strategica, la partita si riapre.
Per le big tech del cloud, il controllo di TikTok non è solo una questione di espansione del proprio impero, ma di consolidamento del proprio dominio infrastrutturale. Se un colosso come Oracle riesce a blindare un cliente di queste dimensioni, i rivali come Microsoft, Google e Amazon potrebbero trovarsi tagliati fuori da uno dei più grandi flussi di denaro del settore. Per questo, anche se Oracle sembra in pole position, non è escluso che i competitor stiano lavorando nell’ombra per ribaltare la partita all’ultimo minuto.