San Francisco, la città dove i sogni tecnologici nascono e muoiono con la stessa velocità con cui un VC brucia milioni, ha una nuova startup da tenere d’occhio. Si chiama Town, e promette di connettere le piccole imprese con servizi di consulenza fiscale grazie all’onnipresente AI. Fondata dall’ex Chief Technology Officer di Plaid, Jean-Denis Greze, e dall’ex direttore AI/ML di Google, Tony Vincent, ha già incassato 18 milioni di dollari da First Round, Conviction Capital, Alt Capital e WndrCo, con qualche angelo come il CEO di Mercury, Immad Akhund, e il CEO di Quora, Adam D’Angelo. Un bel gruppo di gente che sa come far fruttare il capitale almeno per sé stessi.

L’idea di un’altra startup fintech nel settore fiscale arriva con tempismo perfetto, giusto dopo il collasso spettacolare di Bench, una società da 600 dipendenti che forniva servizi contabili a oltre 10.000 clienti prima che la banca gli chiedesse indietro il prestito. Un piccolo problema di liquidità, e boom: licenziamenti, clienti scaricati e svendita al miglior offerente. Un episodio che ha messo in luce il problema fondamentale di queste startup fintech che cercano di sostituire i servizi tradizionali con una combinazione di software e costosi professionisti. Il software aiuta, ma quando devi comunque pagare centinaia di umani per lavorare, i conti non tornano mai.
Eppure, Greze pensa di poter evitare lo stesso destino. Il piano? Restare piccoli e automatizzare il più possibile. Oggi Town ha solo 10 dipendenti e prevede di crescere fino a ben… 13. Un’espansione da brividi. L’idea è di abbinare consulenti umani ai clienti per fornire consigli fiscali personalizzati, ma automatizzare il 90% del lavoro amministrativo che va in una dichiarazione dei redditi. Insomma, i robot faranno il grosso, e un umano ci metterà la faccia (e la firma).
“Per qualcosa di importante come le tasse, vuoi che un umano ci dia un’occhiata, ma possiamo renderlo il 90-95% più efficiente”, dice Greze, con la sicurezza di chi ha capito il business model migliore di tutti: spendere il meno possibile sugli stipendi.
L’AI non servirà solo a macinare numeri, ma anche a gestire il supporto clienti, pre-scrivere email (che poi un umano dovrà rileggere per evitare catastrofi PR) e scansionare dichiarazioni fiscali alla ricerca di modi per far risparmiare soldi. Town si appoggia su modelli di AI come OpenAI, Anthropic e Meta’s Llama, combinando il meglio del deep learning per trasformare un’industria tradizionale.
Quindi, ecco l’ennesimo tentativo di reinventare la consulenza fiscale, questa volta con l’AI generativa. Funzionerà? Se la storia di Bench ci insegna qualcosa, è che scalare un business ad alta intensità umana è sempre un gioco pericoloso. Ma se c’è una cosa che la Silicon Valley ama più dell’innovazione, è la speranza che, stavolta, il codice risolva tutto.