Larry Ellison ha sempre avuto il talento di far sembrare Oracle molto più grande e potente di quanto i suoi numeri effettivi suggeriscano. È riuscito a infilare il colosso del software enterprise nella conversazione sui data center di intelligenza artificiale, accanto a giganti del calibro di Microsoft e Google. Ma, come rivelano i risultati finanziari del trimestre di febbraio, Oracle ha un problema di fondo: spendere soldi come se avesse le tasche senza fondo, senza però averle davvero. A meno che, ovviamente, non si guardi direttamente nel conto in banca di Ellison.

Negli ultimi tre mesi, Oracle ha generato 5,9 miliardi di dollari in contanti dalle operazioni. Un buon risultato, se non fosse che ha bruciato praticamente tutto con 5,86 miliardi di dollari di spese in conto capitale. Per contestualizzare, questa cifra è tripla rispetto all’anno scorso. Traduzione: la sua capacità di generare cassa libera è quasi sparita. Per i primi tre trimestri del suo anno fiscale 2025, il flusso di cassa libero è crollato del 70%, fermandosi a un misero 2,5 miliardi di dollari. Ma niente paura, perché Oracle ha trovato una soluzione geniale: indebitarsi ulteriormente.

A rendere la situazione ancora più surreale, Oracle ha annunciato un aumento del dividendo del 25%, portando il pagamento annuo a 5,6 miliardi di dollari. In altre parole, sta prendendo in prestito denaro per pagare i suoi azionisti, un’idea brillante se si ignora il piccolo dettaglio che il debito aziendale era già pesante e ora sta crescendo ancora di più. Ma a quanto pare, quando il tuo nome è Larry Ellison, l’ottimismo è un assett di bilancio.

I dirigenti di Oracle ci assicurano che tutto questo è solo un momento passeggero. A loro dire, il valore dei contratti firmati sta aumentando, il che significa che il fatturato non ancora riconosciuto è in crescita, grazie ad accordi cloud con OpenAI e AMD. La CEO di Oracle, Safra Catz, è convinta che nei prossimi due anni vedremo un’accelerazione della crescita del fatturato. L’aumento del dividendo? Una manifestazione della fiducia di Ellison nel futuro di Oracle. Oppure, un ottimo modo per intascare ancora più soldi personalmente.

Perché, se Oracle deve preoccuparsi della cassa, Ellison di certo no. Con 1,1 miliardi di azioni Oracle in portafoglio, possiede una fetta da 164 miliardi di dollari dell’azienda. E con l’aumento del dividendo, incasserà personalmente 576 milioni di dollari a trimestre. Sufficienti, insomma, per finanziare qualche giochetto extra-Oracle, come l’acquisizione dello studio cinematografico Paramount Global, che suo figlio David sta cercando di mettere sotto controllo. O magari, per diventare il nuovo magnate di TikTok, visto che Oracle è tra i candidati all’acquisto della piattaforma dopo le pressioni politiche di Donald Trump. Certo, se Oracle non avrà abbastanza liquidità per l’operazione, pazienza: basterà che lo compri direttamente Ellison. Dopotutto, a questo punto sembra avere più capacità finanziaria della sua stessa azienda.