Il colosso automobilistico cinese Zhejiang Geely Holding Group sta ridefinendo i confini della guida autonoma e dell’intelligenza artificiale applicata all’automotive. Durante la recente AI Intelligent Technology Conference tenutasi in Cina, Geely ha svelato una roadmap tecnologica ambiziosa, che segna un passo avanti significativo nel panorama globale dell’automobile. A partire dal 2025, con il lancio della nuova versione della Galaxy E8, Geely introdurrà una suite avanzata di sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), soluzioni che integrano intelligenza artificiale, big data e tecnologie satellitari auto-sviluppate per garantire livelli di sicurezza e funzionalità senza precedenti.
Ma cosa significa ADAS? L’acronimo sta per “Advanced Driver Assistance Systems” (Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida) e si riferisce a un insieme di tecnologie progettate per migliorare la sicurezza e il comfort durante la guida. Questi sistemi includono funzionalità come il controllo adattivo della velocità, il mantenimento della corsia, la frenata automatica d’emergenza e, nei casi più avanzati, la guida autonoma parziale o totale. Nel caso di Geely, l’approccio va oltre i tradizionali sensori montati sui veicoli, sfruttando un ecosistema tecnologico che combina dati in tempo reale da centri di big data e dalla costellazione satellitare proprietaria “Geely Future Mobility Constellation”, composta da 30 satelliti a bassa orbita che coprono il 90% della superficie terrestre.
Il cuore di questa rivoluzione è il sistema G-Pilot, che sarà implementato su diversi marchi del gruppo – tra cui Geely Auto, Galaxy, Lynk & Co e Zeekr – e offerto in cinque livelli di automazione, dal base G-Pilot H1 fino al futuristico H9. Anche il livello più semplice includerà funzionalità avanzate come la navigazione autostradale assistita (Highway Navigation on Pilot, NOA) e il parcheggio intelligente con memoria (Home Zone Park Assist, HPA). Salendo di livello, G-Pilot H5 e H7 introdurranno capacità di guida urbana “punto a punto” senza mappe predefinite, modelli video-linguistici (VLM/VLA) e previsioni digitali, trasformando il veicolo in un vero e proprio co-pilota intelligente. Il livello H9, il più avanzato, promette di spingere la guida autonoma verso il livello L3 – ovvero una guida completamente autonoma in determinate condizioni, con il conducente pronto a intervenire solo se necessario – grazie a un hardware evoluto e aggiornabile nel tempo.
A supportare queste innovazioni c’è il centro di elaborazione intelligente WiseStar, il primo al mondo a integrare cloud, dati e intelligenza artificiale per un’automobilistica, con una potenza di calcolo di 23,5 Peta Flops (23,5 mila trilioni di operazioni al secondo). Questo consente ai sistemi G-Pilot di “vedere” oltre l’orizzonte visibile, anticipando non solo ostacoli stradali, ma anche eventi naturali come disastri o condizioni meteo avverse, offrendo alternative di percorso in tempo reale. Un livello di sofisticazione che, secondo Geely, non ha eguali nel settore.
Una sfida per l’industria automobilistica europea
I progressi di Geely rappresentano una chiara dimostrazione della capacità della Cina di competere – e spesso superare – i tradizionali leader del settore automobilistico, come Europa, Stati Uniti e Giappone. Con un portfolio che spazia dai veicoli accessibili di Geely Auto ai premium di Lynk & Co e agli elettrici di lusso di Zeekr, il gruppo cinese sta conquistando quote di mercato globali a un ritmo impressionante. Nel 2024, Geely Holding ha prodotto 3,33 milioni di veicoli, di cui 1,48 milioni elettrificati, e si prevede un ulteriore aumento nel 2025 con l’introduzione di queste tecnologie.
Questo balzo tecnologico rischia di mettere ulteriormente in difficoltà l’industria automobilistica europea, già alle prese con una transizione complessa verso l’elettrico e normative ambientali sempre più stringenti. I costruttori europei, come Volkswagen, Stellantis e Renault, hanno investito miliardi in ricerca e sviluppo, ma spesso si trovano a inseguire competitor asiatici che combinano innovazione rapida, costi competitivi e un approccio integrato che spazia dalla produzione di batterie ai satelliti. Geely, ad esempio, non solo sviluppa i propri sistemi ADAS, ma controlla anche l’intera filiera tecnologica, un vantaggio strategico che i produttori europei faticano a replicare, spesso dipendenti da fornitori esterni come Bosch o Continental.
La dipendenza europea da tecnologie esterne, unita a una burocrazia che rallenta l’innovazione e a un mercato frammentato, potrebbe accentuare il divario con la Cina. Inoltre, l’espansione di Geely in Europa – con marchi come Volvo (acquisita nel 2010) e Lotus, e l’ingresso di Zeekr nel mercato elettrico – minaccia di erodere la base clienti dei costruttori locali. La Commissione Europea ha recentemente imposto dazi sui veicoli elettrici cinesi, ma questa misura potrebbe non bastare a fermare un’onda tecnologica che si basa su superiorità tecnica e prezzi aggressivi.
L’avanzata di Geely non è solo una questione di numeri, ma di visione.
L’integrazione di AI, big data e satelliti in un ecosistema automobilistico coeso dimostra come la Cina stia ridefinendo il concetto di mobilità intelligente.
Per l’Europa, la sfida non è solo tecnologica, ma anche culturale e politica: senza un’accelerazione nell’innovazione e una strategia comune, il Vecchio Continente rischia di perdere la sua storica leadership nel settore automotive.
Geely non è più un outsider, ma un protagonista che potrebbe dettare le regole del gioco nei prossimi decenni. La domanda ora è: l’Europa saprà rispondere?