L’Europa si trova a un punto di svolta: i rapidi progressi delle tecnologie digitali, l’aumento delle minacce informatiche e un contesto geopolitico in continua evoluzione stanno spingendo l’Unione Europea e i suoi Stati membri a ripensare la sicurezza dello spazio digitale. “Mentre lavoriamo per mantenere un’economia forte e sicura, la necessità di una sicurezza informatica rafforzata in tutti i settori non è mai stata così urgente”, si legge nella Warsaw Call, una dichiarazione adottata all’unanimità durante il Consiglio informale Telecomunicazioni tenutosi a Varsavia il 5 marzo 2025. Questo documento, noto anche come Dichiarazione di Varsavia, rappresenta un pilastro strategico per il futuro della cybersecurity europea, offrendo una risposta coordinata alle crescenti sfide che minacciano la stabilità digitale del continente.

Cos’è la Dichiarazione di Varsavia

Si tratta di un impegno formale sottoscritto dai ministri e dai rappresentanti degli Stati membri dell’Ue, che delinea una visione comune per proteggere l’ecosistema digitale e migliorare la resilienza informatica. La dichiarazione si compone di tredici raccomandazioni organizzate in sei aree chiave, pensate per guidare le politiche dell’Ue in un’era in cui attacchi ransomware, spionaggio digitale e sabotaggi alle infrastrutture critiche – come i cavi sottomarini che trasportano il 97% dei dati globali – sono sempre più frequenti. Con un approccio pragmatico e orientato al futuro, la Warsaw Call si propone di trasformare la cybersecurity da priorità tecnica a questione strategica fondamentale per la sicurezza economica e geopolitica dell’Europa.

Le sei priorità della Warsaw Call

Il cuore della dichiarazione si articola su sei pilastri strategici.

Primo, il rafforzamento della gestione delle crisi informatiche: l’Ue punta ad adottare rapidamente il Cybersecurity Blueprint – un piano operativo per rispondere agli attacchi su larga scala – e a condurre esercitazioni regolari per testare la prontezza degli Stati membri. Particolare attenzione è riservata alla protezione delle infrastrutture critiche, come i cavi sottomarini, spesso vulnerabili a sabotaggi, come dimostrato dagli incidenti nel Mar Baltico nel 2024.

Secondo, la cooperazione civile-militare: il documento invita a intensificare la collaborazione con la Nato e a migliorare lo scambio di informazioni tra i Paesi Ue, superando le barriere burocratiche che spesso rallentano le risposte agli attacchi.

Terzo, l’innovazione tecnologica: la Warsaw Call propone una tabella di marcia per integrare tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e il quantum computing, nella sicurezza informatica, potenziando al contempo le capacità di previsione strategica dell’Ue.

Quarto, l’attuazione della direttiva Nis 2 – che regola la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi – viene rivista per garantire un’applicazione uniforme, riducendo gli oneri normativi e promuovendo l’innovazione senza compromettere la sicurezza.

Quinto, la lotta alla carenza di competenze: con un deficit stimato di oltre 500.000 esperti di cybersecurity in Europa (dato ENISA 2024), la dichiarazione chiede investimenti in formazione e programmi educativi per colmare questo gap.

Infine, il sesto pilastro punta sull’uso strategico del Cyber Diplomacy Toolbox, un insieme di strumenti diplomatici e sanzioni per rispondere alle minacce informatiche sponsorizzate da Stati ostili, come Russia e Cina, sempre più attive nel cyberspazio.

Un contesto globale che richiede azione

La Warsaw Call arriva in un momento critico. Secondo il rapporto ENISA 2024, gli attacchi informatici nell’Ue sono cresciuti del 30% rispetto al 2023, con settori come sanità, energia e trasporti tra i più colpiti. La guerra in Ucraina ha amplificato la minaccia degli attacchi ibridi, combinando cyberattacchi e disinformazione, mentre la competizione tecnologica con Stati Uniti e Cina mette sotto pressione l’autonomia digitale europea. In questo scenario, la dichiarazione non è solo un elenco di buone intenzioni, ma un richiamo all’azione per un’Ue che vuole mantenere la propria sovranità digitale. Rafforzare gli investimenti, armonizzare le normative e costruire una forza lavoro qualificata sono passi indispensabili per non restare indietro in un mondo sempre più interconnesso e vulnerabile.

Verso un’Europa digitale più sicura

La Dichiarazione di Varsavia segna un cambio di passo: la cybersecurity non è più un optional, ma una colonna portante della strategia europea. Con le sue tredici raccomandazioni, l’Ue si impegna a trasformare le sfide in opportunità, proteggendo cittadini, imprese e infrastrutture da un panorama di minacce in continua evoluzione.

Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità degli Stati membri di tradurre queste linee guida in azioni concrete, superando divisioni interne e ritardi cronici. In un’epoca in cui il digitale definisce la nostra economia e la nostra sicurezza, la Warsaw Call è un primo, decisivo passo verso un’Europa più resiliente. Riusciremo a tenere il passo con le potenze globali? Il tempo saprà darci la risposta.