Nel panorama digitale odierno, la diffusione non consensuale di immagini intime rappresenta una minaccia crescente, amplificata dall’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale per creare deepfake. Questa pratica, spesso denominata “revenge porn“, coinvolge la condivisione di contenuti sessualmente espliciti senza il consenso delle persone ritratte, causando gravi danni psicologici e reputazionali alle vittime.

Negli Stati Uniti, mentre la maggior parte degli stati ha leggi che vietano il revenge porn, esistono disparità significative nelle protezioni offerte e nelle pene previste. Inoltre, non tutte le legislazioni statali coprono le immagini generate dall’IA, lasciando un vuoto normativo in un’era in cui la manipolazione digitale è sempre più sofisticata. Un caso emblematico è quello di una donna texana che ha ottenuto 1,2 miliardi di dollari di risarcimento per la diffusione non consensuale di sue immagini intime, evidenziando la gravità del problema.

In risposta a questa crescente preoccupazione, è stato proposto il “Take It Down Act“, un disegno di legge bipartisan che mira a rendere la pubblicazione non consensuale di immagini intime un crimine federale, includendo anche i deepfake generati dall’IA. Questo atto legislativo prevede procedure obbligatorie per le piattaforme di social media affinché rimuovano tempestivamente tali contenuti una volta notificati. La proposta ha recentemente ottenuto l’approvazione unanime del Senato e ora attende il voto della Camera dei Rappresentanti.

La First Lady Melania Trump ha assunto un ruolo attivo nella promozione di questa legislazione. Durante un recente discorso al Congresso, ha sottolineato la vulnerabilità delle giovani donne e delle ragazze a tali sfruttamenti online, collegando questa iniziativa al suo precedente programma “Be Best”, focalizzato sulla sicurezza dei giovani online. La sua presenza al Congresso è stata ulteriormente enfatizzata dalla partecipazione di Elliston Berry, una studentessa delle superiori che ha vissuto l’esperienza traumatica di vedere il proprio volto inserito in immagini AI condivise senza il suo consenso da un compagno di classe. La testimonianza di Berry ha messo in luce l’urgenza di affrontare questo problema a livello legislativo.

Il “Take It Down Act” ha ottenuto il sostegno di importanti aziende tecnologiche come Meta e TikTok, che riconoscono la necessità di strumenti legali più efficaci per combattere la diffusione di contenuti non consensuali sulle loro piattaforme. Tuttavia, alcuni esperti di privacy digitale avvertono che la forma attuale del disegno di legge potrebbe minare la privacy degli utenti e la libertà di espressione, portando potenzialmente a una censura più ampia. È quindi essenziale bilanciare la protezione delle vittime con la salvaguardia dei diritti fondamentali degli utenti.

L’impegno della First Lady e il sostegno bipartisan al disegno di legge rappresentano un passo significativo verso la tutela delle vittime di abusi digitali. Tuttavia, la complessità del problema richiede una continua collaborazione tra legislatori, piattaforme tecnologiche e società civile per garantire che le soluzioni adottate siano efficaci e rispettose dei diritti di tutti gli individui coinvolti.