La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), leader mondiale nella produzione di semiconduttori, ha annunciato un investimento di almeno 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, con l’obiettivo di rafforzare la produzione di chip avanzati in territorio americano. L’annuncio è stato fatto dal presidente Donald Trump durante un evento alla Casa Bianca, dove ha evidenziato che il progetto si concentrerà principalmente in Arizona. “I chip più potenti al mondo saranno presto fabbricati negli Stati Uniti“, ha dichiarato Trump, aggiungendo con una nota di orgoglio che sono molte le aziende intenzionate ad annunciare investimenti negli Usa.
L’investimento, che si svilupperà nell’arco di quattro anni, sarà destinato alla costruzione di nuovi impianti per la produzione di semiconduttori all’avanguardia. Secondo Trump, questa iniziativa genererà tra i 20.000 e i 25.000 posti di lavoro, contribuendo a rilanciare l’economia americana e a ridurre la dipendenza da forniture estere. A supporto delle parole del presidente, il CEO di TSMC, C.C. Wei, ha espresso gratitudine: “Ringraziamo il presidente Trump per il suo sostegno. Siamo entusiasti di annunciare un ulteriore investimento di 100 miliardi di dollari, che si somma ai 65 miliardi già stanziati per i nostri progetti in Arizona”.
TSMC, che fornisce chip a colossi tecnologici come Apple, Nvidia e Intel, aveva già avviato un piano di espansione negli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden. Tra i progetti precedenti spiccano tre stabilimenti in Arizona, il primo dei quali ha recentemente avviato la produzione in serie di chip a 4 nanometri, una tecnologia cruciale per dispositivi di ultima generazione. Questo nuovo investimento da 100 miliardi si aggiunge ai 65 miliardi precedentemente annunciati, portando il totale a oltre 165 miliardi di dollari, cifra che sottolinea l’importanza strategica degli Stati Uniti per l’azienda taiwanese.
Una mossa strategica nella guerra tecnologica con la Cina
L’espansione di TSMC negli USA arriva in un momento di crescenti tensioni tecnologiche tra Stati Uniti e Cina. Gli analisti di Jefferies, in una recente nota, prevedono che l’amministrazione Trump potrebbe intensificare i controlli sulle esportazioni di semiconduttori per consolidare il primato tecnologico americano. Figure chiave come il Segretario di Stato Marco Rubio e il Segretario al Commercio Howard Lutnick, noti per la loro linea dura nei confronti della Cina, stanno rivedendo le attuali normative. Secondo Jefferies, Trump ha incaricato i due funzionari di eliminare ogni possibile scappatoia nelle restrizioni esistenti e di utilizzare i controlli sulle esportazioni come arma strategica.
Tra i possibili obiettivi delle nuove misure ci sarebbero chip come l’H20 di Nvidia, progettato specificamente per il mercato cinese rispettando le limitazioni attuali, e i semiconduttori per sistemi avanzati di assistenza alla guida, spesso prodotti da TSMC o Samsung per aziende cinesi. Questo inasprimento potrebbe colpire ulteriormente le ambizioni tecnologiche di Pechino, già limitate dalle sanzioni USA degli ultimi anni.
Perché l’Arizona?
La scelta dell’Arizona non è casuale. Lo stato offre incentivi fiscali significativi, una forza lavoro qualificata e una posizione geografica strategica. Inoltre, l’amministrazione Biden aveva già stanziato miliardi di dollari in sussidi tramite il CHIPS and Science Act del 2022 per attrarre aziende come TSMC, un’iniziativa che Trump sembra intenzionato a sfruttare e ampliare. La produzione locale di chip non solo rafforza la sicurezza nazionale statunitense, ma risponde anche alla crescente domanda globale di semiconduttori, esplosa dopo la pandemia e la crisi delle supply chain.
Va anche detto che TSMC non è una novità in Arizona: l’azienda taiwanese ha già stabilito una solida presenza nello stato con l’avvio di progetti significativi negli ultimi anni. Il primo stabilimento, situato a Phoenix, è operativo e ha iniziato la produzione in serie di chip a 4 nanometri nel 2024, un traguardo raggiunto grazie a un investimento iniziale di oltre 65 miliardi di dollari annunciato in precedenza. Questo impianto, parte di un piano che prevede la costruzione di tre fabbriche totali nella regione, è stato progettato per rispondere alla crescente domanda di semiconduttori avanzati negli Stati Uniti, riducendo la dipendenza da forniture asiatiche. La scelta di Phoenix è stata favorita da infrastrutture moderne, incentivi statali e la vicinanza a università tecniche che formano talenti specializzati, rendendo l’Arizona un polo strategico per TSMC ben prima dell’annuncio del nuovo mega-investimento da 100 miliardi di dollari.
Prospettive future
Con questo investimento, TSMC si prepara a dominare il mercato dei chip di prossima generazione, come quelli a 3 nanometri e oltre, fondamentali per intelligenza artificiale, 5G e veicoli autonomi. Tuttavia, resta da vedere come la Cina reagirà a queste mosse. Pechino sta investendo massicciamente per sviluppare una propria industria dei semiconduttori, ma dipende ancora in gran parte da tecnologie e forniture straniere, inclusi i macchinari di aziende come ASML, che collaborano con TSMC.
È indubbio in ogni caso che l’investimento di TSMC negli Stati Uniti rappresenti una svolta, sia dal punto di vista economico che da quello geopolitico. Da un lato, sul fronte interno, sembra consolidarsi il ruolo dell’Arizona come hub tecnologico, dall’altro, sul fronte esterno, si intensifica la competizione globale per il controllo della filiera dei semiconduttori.