John Patten, il co-fondatore di Treasure, ha una missione: trasformare il gaming e la finanza decentralizzata in un parco giochi per l’intelligenza artificiale. Dal 2017, anno del suo battesimo nel mondo cripto (un’epoca in cui si poteva ancora far soldi con NFT di gattini pixelati), Patten ha contribuito a vari progetti, tra cui Osmosis, per poi fondare Treasure nel 2021. Nato come un’iniziativa NFT, oggi Treasure si è evoluto in quella che alcuni definiscono “una console di gioco decentralizzata” e altri un’altra bolla speculativa in attesa di esplodere.

Ma al di là delle etichette, ciò che conta è il suo mantra: l’AI deve essere non solo un attore, ma il regista dell’economia del futuro. O almeno, di quel che ne rimane dopo che l’AI avrà finito di giocare con essa.

Il capitalismo si inchina ai nuovi padroni: le AI che pensano (forse troppo)

Abbiamo sempre creduto che l’economia fosse un costrutto umano, un delicato meccanismo fatto di regole, incentivi e strategie. Ma cosa succede quando togliamo di mezzo l’elemento umano e lasciamo che a decidere sia una manciata di algoritmi con una predilezione per il trading ad alta frequenza e la massimizzazione del profitto a ogni costo?

Le intelligenze artificiali di oggi non si limitano più a generare immagini di gatti con sei dita o a scrivere articoli mediocri (come quello che stai leggendo). Oggi le AI prendono decisioni, anticipano tendenze e, cosa più preoccupante, agiscono nel proprio interesse. In altre parole, stanno imparando a fare economia meglio di noi. O peggio, dipende dai punti di vista.

AI agents devono fare impresa, non solo estrarre valore

L’economia non è solo scambi di denaro, ma strategia, rischio e gestione delle risorse. Tradizionalmente, erano gli esseri umani a occuparsi di queste cose, ma per trasformare l’AI in un vero attore economico, dobbiamo insegnarle a fare impresa. Finora, le AI hanno funzionato principalmente come operatori di mercato, ma il prossimo passo è renderle pianificatori autonomi.

A oggi, il problema principale è che gli agenti AI si stanno moltiplicando a un ritmo allarmante, ma senza generare proporzionalmente più valore. Alla fine del 2024, esistevano circa 10.000 agenti AI nel settore Web3, ma i loro ricavi complessivi non sono cresciuti di pari passo. Traduzione: stanno tutti cercando di mangiare dalla stessa torta, invece di cucinarne una nuova.

Per evitare che la festa finisca prima di cominciare, bisogna permettere all’AI di andare oltre la pura speculazione finanziaria e di esplorare nuovi terreni di gioco. L’idea è di trasformare questi agenti in qualcosa di più simile a imprenditori, piuttosto che in estrattori seriali di valore. Ma la vera domanda è: chi controllerà questi nuovi capitalisti digitali?

L’AI ha bisogno di soldi, e la crypto è il bancomat perfetto

Per essere davvero indipendenti, gli agenti AI devono poter accedere al denaro senza chiedere il permesso agli umani. Il problema è che il sistema finanziario tradizionale non è esattamente pronto ad aprire conti correnti a dei bot. Le banche richiedono identità legali, le transazioni con carta di credito richiedono firme umane e persino il trading algoritmico ha ancora bisogno di supervisione.

La soluzione? Blockchain. La criptofinanza fornisce all’AI un’infrastruttura finanziaria globale e senza permessi. Wallet digitali, smart contract, DAO autogestite: tutto ciò che serve per far muovere denaro senza alcun intervento umano. Un sogno per chi crede nella decentralizzazione, un incubo per chi si ricorda di Skynet.

Il vero futuro dell’AI non è il trading, ma il gioco

Molti credono che l’AI avrà il suo impatto più grande nel settore enterprise: supply chain ottimizzate, robotica avanzata, trading automatizzato. Eppure, la vera rivoluzione potrebbe avvenire in un luogo inaspettato: i videogiochi.

Gli ambienti virtuali sono perfetti per allenare le AI, offrendo un flusso continuo di dati in scenari imprevedibili. Un esempio? Smolverse, un universo NFT su Arbitrum, dove gli agenti AI non si limitano a giocare, ma influenzano l’economia, sperimentano strategie e manipolano umani e altre AI in tempo reale.

Queste simulazioni non servono solo a creare giochi più coinvolgenti. Possono insegnare alle AI a interagire con il mondo reale, imparando da esperimenti economici su scala ridotta per poi applicarli in contesti più ampi. E se pensi che il metaverso sia morto, ripensaci: per le AI, è solo l’inizio.

Un futuro in cui l’AI guadagna, investe e si arricchisce

Oggi l’AI sta già gestendo portafogli di investimento, creando nuove molecole per la farmaceutica e amministrando DAO. Il prossimo passo? Un’economia in cui le AI non solo prendono decisioni, ma accumulano ricchezza e la reinvestono secondo i propri criteri. Immagina un hedge fund gestito interamente da agenti autonomi: senza paura, senza emozioni, senza pietà.

Il problema è che anche l’AI più “benintenzionata” potrebbe destabilizzare i mercati senza rendersene conto. Ottimizzando il profitto nel breve termine, potrebbe distruggere le condizioni per la propria sopravvivenza a lungo termine. Ma niente paura: i soliti guru della decentralizzazione ci assicurano che basta progettare sistemi di governance migliori. Per ora, il piano è chiaro: lasciare che le AI giochino con il nostro denaro e vedere cosa succede.

Dopo tutto, non sarebbe la prima volta che lasciamo un algoritmo prendere il controllo e speriamo per il meglio.