Negli ultimi decenni, l’energia nucleare è stata dominata da due tecnologie: la fissione, utilizzata nelle centrali esistenti, e la fusione, il sogno ancora in fase sperimentale che promette energia illimitata. Ora, però, una terza via potrebbe cambiare le carte in tavola. A parlarne è Salvatore Majorana, direttore del distretto dell’innovazione Kilometro Rosso, che ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera illustrando il progetto della startup Prometheus.
Un mini reattore per la casa e l’auto
Il cuore della rivoluzione è un reattore di piccole dimensioni, chiamato UM in onore dell’innovatore Umberto Minopoli. A differenza dei reattori nucleari tradizionali, non ha torri di raffreddamento e soprattutto non produce radiazioni nocive né scorie radioattive. Il dispositivo, basato sulla tecnologia LENR (Low Energy Nuclear Reaction), genera energia attraverso un’onda impulsiva che crea plasma per pochi millisecondi.
“Oggi l’energia viene prodotta in grandi impianti e trasportata con enormi dispersioni. Con UM, invece, potremmo generare energia direttamente in casa o in auto, senza emissioni nocive. Il gas nei nostri scaldabagni potrebbe essere sostituito dall’elettricità prodotta in modo pulito e sicuro”, ha spiegato Majorana.
Fissione, fusione e LENR: le differenze
Per comprendere la portata di questa innovazione, è utile confrontarla con le due tecnologie nucleari esistenti:
- Fissione: consiste nello spaccare gli atomi, liberando enormi quantità di energia. È il processo utilizzato nelle attuali centrali nucleari, ma genera scorie radioattive e presenta rischi elevati.
- Fusione: punta a replicare il meccanismo del Sole, fondendo nuclei di idrogeno per creare elio ed energia. È un processo sicuro e pulito, ma ancora difficile da realizzare su scala industriale.
- LENR (la “terza via”): secondo Majorana, questo processo è più simile a un “sussurro” rispetto alla violenza della fissione e della fusione. Non produce scorie né radiazioni e potrebbe rappresentare una soluzione scalabile e replicabile.
Il Kilometro Rosso e la scommessa di Prometheus
Il Kilometro Rosso, il parco scientifico e tecnologico di Bergamo, è stato il punto di partenza per questa innovazione, dove sono state sviluppate competenze di altissimo livello nel settore nucleare. Tra i primi a credere nel progetto c’è Alberto Bombassei, fondatore di Brembo e del Kilometro Rosso, che ha sostenuto Prometheus sin dagli esordi.
Il team della startup è composto da esperti italiani con esperienza in ambito tecnologico e imprenditoriale.
L’Italia può guidare la rivoluzione?
Se la tecnologia LENR dimostrerà di essere affidabile e replicabile su scala industriale, l’Italia potrebbe diventare il primo Paese al mondo a portarla dalla ricerca al mercato. Majorana sostiene che disponiamo di tutte le carte in regola per riuscire in questo progetto: università d’eccellenza, ingegneri di talento e un’industria avanzata.
Attualmente è in fase di sviluppo un prototipo testato in ambito industriale. Da questo punto di vista quindi, se il mercato deciderà di adottarlo, la rivoluzione green potrebbe partire proprio dall’Italia che inaugurerebbe un’era basata su un’energia nucleare sicura, pulita e decentralizzata.