CoreWeave si prepara a fare il grande salto con una IPO che promette scintille, offrendo agli investitori un’altra via per cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale. E a prima vista, il suo percorso sembra da manuale: ricavi esplosi a 1,9 miliardi di dollari, un aumento di otto volte che farebbe impallidire persino le startup più ambiziose. Ma come spesso accade nella Silicon Valley, non è tutto oro quel che luccica.

Microsoft, cliente e al tempo stesso potenziale carnefice di CoreWeave, rappresenta il 62% del fatturato della società. Una concentrazione del rischio così elevata non è certo musica per le orecchie degli investitori, che sanno bene quanto possa essere volubile il gigante di Redmond. Oggi ha bisogno di CoreWeave per gestire la fame insaziabile di potenza di calcolo dell’AI, domani potrebbe decidere di farne a meno. Soprattutto se, come pare, l’offerta di data center AI inizierà a normalizzarsi.

Poi c’è un altro piccolo dettaglio che farà alzare qualche sopracciglio tra i potenziali sottoscrittori dell’IPO: i fondatori hanno già incassato mezzo miliardo di dollari in azioni prima ancora che la società sbarchi in borsa. Un segnale di fiducia o una fuga strategica prima che la bolla dell’AI si sgonfi?

A peggiorare il quadro ci pensa il mercato, che ha iniziato il 2025 con il piede sbagliato. L’S&P 500 è scivolato dell’1,7% lunedì, mentre le grandi aziende tech sembrano aver perso lo smalto dello scorso anno. Tra i colossi da un trilione di dollari, solo Meta è in positivo. Apple, Microsoft, Alphabet e compagnia bella sono tutte in calo, con Tesla che ha addirittura perso il titolo di “azienda da un trilione” dopo un tonfo del 30%.

Il nervosismo è in parte dovuto all’ombra lunga di Donald Trump, che con le sue minacce di tariffe su Cina, Canada e Messico sta facendo tremare i mercati. E il paradosso si estende fino al mondo cripto: mentre le sue promesse di deregolamentazione avrebbero dovuto dare una spinta a bitcoin & co., il panico da dazi ha avuto l’effetto opposto. Risultato? Coinbase ha perso il 5% in un solo giorno e il 17% da inizio anno.

Se qualcuno sperava in un nuovo rally di mercato stile prima amministrazione Trump, farebbe meglio a rivedere le proprie aspettative. Per ora, l’unico rally certo è quello degli unicorni dell’AI in corsa verso Wall Street, con CoreWeave in prima fila. Ma se il vento cambia, la favola potrebbe trasformarsi rapidamente in un altro episodio della lunga saga delle IPO esplosive che finiscono in cenere