Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera preliminare a un disegno di legge che conferisce una delega al governo per regolamentare il ritorno dell’energia nucleare in Italia. Il testo, composto da quattro articoli, stabilisce una cornice normativa per lo sviluppo dell’energia nucleare sostenibile e della fusione, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento dei target di decarbonizzazione e sicurezza energetica delineati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Contestualmente, l’esecutivo ha approvato anche un decreto contro il caro bollette, segnando una strategia più ampia per affrontare le sfide energetiche del Paese.

Un percorso regolato in ottica sostenibile

La legge delega prevede che entro 12 mesi dall’entrata in vigore vengano adottati decreti legislativi per disciplinare l’intero ciclo di vita della nuova energia nucleare. Si tratta di un programma nazionale che copre vari aspetti: dalla sperimentazione alla localizzazione, dalla costruzione all’esercizio dei nuovi reattori, fino alla gestione e smantellamento degli impianti esistenti. Il piano prevede anche il riutilizzo e il riprocessamento del combustibile in ottica di economia circolare, oltre alla ricerca e sviluppo per la fusione nucleare.

Un altro elemento centrale della normativa riguarda la creazione di un’Autorità indipendente per la sicurezza, la vigilanza e il controllo sul nucleare. La delega prevede anche la formazione di nuove competenze professionali e benefici per i territori che ospiteranno le future installazioni.

Entro il 2030 il nucleare tornerà in Italia?

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato: «Entro il 2030 avremo il nucleare in Italia. Ne sono convinto». Secondo il Ministro, la legge delega sarà discussa in Parlamento la prossima settimana, con l’auspicio di un’approvazione entro la fine dell’anno. Una volta approvati i decreti attuativi, l’Italia potrà iniziare a valutare concretamente costi e tempistiche per l’implementazione della nuova energia nucleare.

L’Italia, attualmente dipendente dalle importazioni di energia, in particolare dalla Francia, deve affrontare l’invecchiamento del parco nucleare francese e il rischio di una minore affidabilità delle forniture estere nel lungo termine. Sebbene le energie rinnovabili e l’estrazione di risorse nazionali contribuiscano alla sicurezza energetica, il governo ritiene che ciò non sia sufficiente. Da qui l’esigenza di un nuovo mix energetico che includa anche una fonte programmabile e continua come il nucleare.

Un ritorno con tecnologie avanzate

Il rinnovato interesse per il nucleare si basa su tecnologie di ultima generazione, come i reattori modulari avanzati (AMR) e i piccoli reattori modulari (SMR), già oggetto di impegno a livello europeo e mondiale. L’Italia, grazie alla ricerca avanzata condotta da ENEA e alle competenze industriali nel settore dei reattori raffreddati a metallo liquido, potrebbe giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo di queste tecnologie.

Sebbene i costi iniziali per i primi impianti possano essere elevati, il governo sostiene che la produzione in serie ridurrà gradualmente il costo dell’energia prodotta, rendendola competitiva con le fonti rinnovabili. Inoltre, i nuovi reattori garantiranno standard di sicurezza superiori rispetto alle vecchie centrali di prima e seconda generazione, riducendo i rischi legati alla gestione del combustibile esaurito e alle emissioni di gas serra.

Le prossime tappe del percorso nucleare italiano

Con l’approvazione della legge delega, il governo intende tracciare una strategia chiara per il ritorno del nucleare, mantenendo un approccio regolato e sicuro. I prossimi passi prevedono la definizione dettagliata delle normative, la selezione dei siti per i nuovi impianti e lo sviluppo di un quadro giuridico stabile per attrarre investimenti.

L’Italia si inserisce così in un contesto europeo in cui diversi Paesi – tra cui Francia, Finlandia, Polonia e Repubblica Ceca – stanno puntando con decisione sull’energia nucleare per garantire la sicurezza energetica e la transizione ecologica. Se il percorso delineato dal governo andrà a buon fine, il nucleare tornerà a essere una realtà nel mix energetico nazionale, contribuendo a un futuro più sostenibile e indipendente dal punto di vista energetico.