Jeff Bezos ha deciso che il Washington Post non sarà più il vecchio e polveroso salotto intellettuale che tutti conoscevano. La sezione opinioni del giornale subirà una radicale trasformazione: pubblicherà solo articoli che sostengano la libertà personale e il libero mercato. Tutto il resto?

Scartato. Non c’è spazio per chi non capisce che il mondo gira intorno all’individuo e al denaro.L’annuncio è arrivato direttamente da Bezos con un post su X mercoledì mattina. Il messaggio è chiaro: il Washington Post deve diventare un baluardo del pensiero liberale nel senso più autentico, senza inutili divagazioni progressiste.

Un giornale che ospita opinioni contrarie alla libertà e al mercato è un giornale irrilevante, destinato a perdere lettori e influenza.

Ovviamente, un cambiamento di questa portata richiede anche una purga. David Shipley, editor delle opinioni del Post dal 2022, è fuori. Aveva un’opzione per restare, ma con una condizione imposta da Bezos: se la risposta non fosse stata un entusiasta “assolutamente sì”, allora la porta era quella.

Nessuna esitazione, nessun compromesso. Un manager che non sposa pienamente la visione del proprietario è un ostacolo, non una risorsa.Questa mossa di Bezos non è un semplice capriccio.

È una dichiarazione di guerra allo status quo dell’informazione americana, dominato da un giornalismo che pretende di essere imparziale ma che in realtà soffoca le idee pro-mercato.

Se il Wall Street Journal da anni porta avanti il mantra “persone libere, mercati liberi”, Bezos vuole che il Post diventi una versione ancora più pura e intransigente di questo concetto.

Nel mercato delle idee, chi paga comanda. E Bezos ha deciso che il suo giornale non sarà più una piattaforma aperta a ogni visione, ma un’arma al servizio della sua idea di società.

I nostalgici del vecchio Washington Post dovranno farsene una ragione: il giornalismo di Bezos non è un club del dibattito, ma un progetto con una direzione precisa. E chi non è d’accordo, è libero di andarsene.