A tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina, la battaglia dell’informazione si combatte sempre più sul terreno dell’intelligenza artificiale. Secondo l’ultimo rapporto di NewsGuard, piattaforma di monitoraggio della disinformazione, dal 24 febbraio 2022 sono state identificate ben 302 fake news sulla guerra, diffuse da oltre 500 siti. Il numero di contenuti generati dall’AI è cresciuto esponenzialmente, rendendo sempre più difficile distinguere la realtà dalla manipolazione.

L’AI al servizio della propaganda

L’uso dell’intelligenza artificiale da parte della propaganda russa ha raggiunto livelli allarmanti. Dai deepfake ai siti web che imitano testate giornalistiche autorevoli come BBC, CNN e Bloomberg News, le tecniche di manipolazione si sono evolute nel tempo. Già nel marzo 2022, NewsGuard aveva identificato il primo deepfake: un video sfocato e pixelato in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky esortava i cittadini alla resa. Da allora, l’AI è stata sfruttata per creare copertine di giornali falsificate, manomettere video autentici e diffondere notizie ingannevoli con un’apparente patina di credibilità.

Dietro molte di queste operazioni si nasconde John Mark Dougan, un ex vice sceriffo della Florida diventato propagandista del Cremlino. Dougan è considerato la mente dietro Storm-1516, un’operazione di influenza russa identificata da Microsoft, con presunti legami con l’Internet Research Agency, la famigerata “fabbrica di troll” russa. Tra le 37 false narrazioni svelate da NewsGuard legate a Storm-1516, ben 14 prendevano di mira Zelensky e sua moglie, accusandoli di utilizzare gli aiuti internazionali per acquistare beni di lusso. Questi contenuti hanno accumulato oltre 66,4 milioni di visualizzazioni.

Un’economia della disinformazione finanziata inconsapevolmente

Un ulteriore aspetto inquietante è il coinvolgimento, seppur involontario, di grandi marchi nella diffusione della propaganda russa (così come peraltro era avvenuto già qualche anno fa con i siti riconducibili al Daesh o Isis che dir si voglia). Nonostante anche in questo caso si siano fatti dei grandissimi passi in avanti in termini di controllo sulla brand safety in termini di placement, capita che gli spazi pubblicitari dei brand, gestiti da algoritmi, finiscono anche su siti di disinformazione, contribuendo a finanziare indirettamente la macchina della propaganda. Secondo NewsGuard, 87 dei 551 siti identificati come fonti di fake news sulla guerra continuano a pubblicare annunci di grandi aziende globali e che si trovano, paradossalmente, ad alimentare il ciclo della disinformazione.

L’AI come strumento di difesa: il ruolo del Fact-Checking automatizzato

Guardando il tema nella sua interezza va anche detto però che, se da un lato l’intelligenza artificiale viene sfruttata per diffondere fake news, dall’altro può rappresentare una risorsa fondamentale per contrastarle. Strumenti avanzati di fact-checking automatizzato, come Babelscape Vera, utilizzano proprio sistemi di AI per tracciare e smascherare contenuti ingannevoli. Sono sistemi che analizzano il linguaggio, le immagini e i modelli di diffusione delle notizie per identificare manipolazioni, consentendo ai media e alle piattaforme social di bloccare tempestivamente la propagazione delle fake news.

L’adozione di tecnologie di fact-checking basate sull’AI rappresenta una strategia cruciale nella lotta alla disinformazione. Tuttavia, per essere realmente efficace, questo approccio deve essere accompagnato da una maggiore consapevolezza da parte dei lettori, unitamente ad una collaborazione più stretta tra governi, aziende tecnologiche e organizzazioni di verifica delle notizie.

Una corsa contro il tempo

La disinformazione generata dall’AI è un tema di straordinaria attualità, perché sta trasformando la guerra dell’informazione in una sfida senza precedenti. Tuttavia, la stessa tecnologia che alimenta la propaganda può essere usata per smascherarla, ma la rapidità con cui le fake news si diffondono richiede risposte immediate ed efficaci. E da questo punto di vista quindi, solo combinando innovazione tecnologica, responsabilità delle piattaforme e alfabetizzazione digitale si potrà arginare l’onda della manipolazione e proteggere la verità in un’era sempre più dominata dall’intelligenza artificiale che, in questo caso, è impegnata a lavorare per garantire la correttezza e la qualità dell’informazione.


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