Meta non si arrende. Nonostante Facebook sia diventato il regno delle catene di Sant’Antonio e delle pubblicità di prodotti miracolosi, l’azienda di Zuckerberg insiste nel tentativo di rianimarlo, questa volta puntando sui creatori di contenuti.

L’idea è semplice: se TikTok e YouTube spopolano grazie a influencer e video virali, perché non provare a farlo anche su Facebook? Peccato che il social sia percepito dai giovani come il luogo in cui i loro genitori condividono fake news e ricordi di 10 anni fa.

Ma Meta non si arrende e ingaggia i creatori “woos” li corteggia, li lusinga, li adula, nella speranza che riportino un po’ di vita sulle sue piattaforme. Non si tratta di una mossa romantica, ma di un disperato tentativo di evitare il declino. Perché senza contenuti freschi e coinvolgenti, Facebook rischia di diventare irrilevante.

Come? Con un’infornata di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, personaggi virtuali che interagiscono con gli utenti e un software che permette di creare video dal nulla. Suona futuristico, ma in realtà il rischio è di trasformare Facebook in una gigantesca fiera di avatar senz’anima e contenuti generati da algoritmi.Il problema è che i creatori di contenuti non sono stupidi.

Sanno benissimo che il pubblico giovane sta altrove, che Facebook è un’arena di dibattiti infuocati tra boomer e che i soldi veri girano su TikTok, Instagram e YouTube. Perciò, per farli tornare, Meta dovrà fare molto più di qualche promessa: dovrà rendere Facebook davvero desiderabile.

E al momento, sembra più facile convincere un ventenne a usare una segreteria telefonica.