The Wolf of Wall Street è un film del 2013, diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il regista ha dichiarato di voler «esplorare e comprendere cosa pensavano le persone coinvolte» e di voler «analizzare il funzionamento delle loro menti». Oggi parliamo di SVP e suo collegamento con Figure AI.

Special Purpose Vehicle (SPV) è un’entità giuridica autonoma creata da un’organizzazione. Si tratta di una società indipendente con propri beni, passività e status legale. Generalmente, viene istituita per perseguire un obiettivo specifico, spesso con l’intento di isolare il rischio finanziario.

Gli SPV (Special Purpose Vehicle) sono ormai il coltellino svizzero, (spero che questa volta non mi copino l’aggettivo) del capitale di rischio. Se vuoi entrare in una startup di IA senza passare per il solito giro di fondi e avere l’illusione di essere parte di un deal esclusivo, ecco la soluzione!

Li trovi ovunque, dai finanziamenti di OpenAI a quelli di Anthropic, e adesso pare siano l’ultima trovata per raccogliere miliardi per Figure AI, una startup che costruisce robot umanoidi. Sì, proprio quei robot che un giorno dovrebbero farci il caffè e sostituirci nei lavori noiosi.

Figure AI, basata a Sunnyvale, sta cercando di raccogliere tra 1 e 2 miliardi di dollari, puntando a una valutazione di ben 40 miliardi. Un bel salto rispetto ai 2,6 miliardi di appena un anno fa. Ma niente paura, gli investitori sanno quello che fanno, giusto? Dopotutto, il mercato delle startup di IA ormai funziona così: raddoppi, triplichi, moltiplichi per 15 la valutazione e tutti fingono che abbia senso.

A far da registi a questo ennesimo spettacolo finanziario ci sono Align Ventures e Parkway Venture Capital, che stanno cercando di mettere insieme qualche centinaio di milioni dai loro partner per entrare nel round.

Ora, se Figure AI valga davvero 40 miliardi è un dettaglio secondario. Quello che conta è che tutti vogliono essere della partita, perché guai a restare fuori dalla nuova corsa all’oro dell’IA generativa.

I numeri reali? Beh, Figure sta generando entrate, ma nessuno sa bene quante. Probabilmente poche, ma non importa. L’importante è che ha già raccolto 745 milioni da giganti come Microsoft, OpenAI Startup Fund e Nvidia. E ha annunciato piani mastodontici: costruire 100.000 robot nei prossimi quattro anni. Roba da lasciare senza fiato, anche se al momento il cliente più rilevante è BMW, che ha testato i robot in uno stabilimento in South Carolina.

Poi c’è stata la svolta: il fondatore Brett Adcock ha annunciato con grande enfasi di aver abbandonato un accordo con OpenAI, perché Figure AI ha raggiunto una “importante svolta nell’intelligenza artificiale robotica end-to-end completa, sviluppata interamente internamente”. In parole povere: non ci serve più OpenAI, ce la facciamo da soli! E infatti, giusto per rimanere nell’hype, l’azienda ha lanciato Helix, il suo nuovo modello IA che promette di far compiere ai robot attività sempre più complesse.

Ma torniamo alla valutazione da 40 miliardi. Un piccolo confronto: Anthropic, che sta per chiudere un round da 58 miliardi, ha raggiunto 1 miliardo di dollari di fatturato annualizzato. Figure AI? Nessuno lo sa, ma dettagli.

Perché preoccuparsi di metriche obsolete come entrate, profitti o clienti reali quando siamo nel pieno del più grande ciclo di hype dell’IA della storia? A questo punto, davvero tutto è possibile. Non date retta a quello che vi dicono i vecchi Prof… ascoltate quelli bravi che un lavore c’è l’hanno o che c’è l’hanno avuto.