Sono state rese disponibili in consultazione pubblica, e lo saranno fino al 20 marzo 2025, le Linee Guida per l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione. Previste dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2024-2026, le Linee Guida di AgID per l’adozione, l’acquisto e lo sviluppo di sistemi di AI nella Pubblica Amministrazione sono emanate seguendo l’iter previsto all’articolo 71 del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD). Quelle in consultazione riguardano, nello specifico, le modalità di adozione dei sistemi di Intelligenza Artificiale, con particolare riferimento agli aspetti di conformità normativa e di impatto organizzativo. 

Ma quali sono i veri obiettivi e le sfide che ci attendono? Scopriamolo insieme.

Obiettivi strategici: un futuro più efficace e trasparente

L’obiettivo principale è chiaro: migliorare l’efficienza, la trasparenza e l’accessibilità dei servizi pubblici. Questo non significa solo rendere i processi più veloci, ma anche garantire che ogni cittadino possa accedere facilmente ai servizi di cui ha bisogno. Tuttavia, l’efficienza non può essere l’unico criterio. È essenziale promuovere un uso etico e responsabile dell’AI, in linea con le normative nazionali e comunitarie. Questo significa che ogni decisione presa dall’AI deve essere equa, trasparente e responsabile, con una supervisione umana costante per prevenire pregiudizi e discriminazioni.

Un quadro etico e giuridico solido

Il rispetto della legge europea sull’AI e delle leggi nazionali sulla protezione dei dati è fondamentale per non rischiare di compromettere la fiducia dei cittadini nei servizi digitali. La supervisione umana è essenziale per garantire che l’AI operi in modo etico e responsabile. Questo significa che ogni decisione presa dall’AI deve essere verificabile e comprensibile, con un chiaro percorso di responsabilità.

Linee guida per un’implementazione di successo

L’implementazione dell’AI nella PA richiede un approccio basato sul rischio. Non tutte le applicazioni di AI sono uguali, e alcune richiedono livelli di controllo più stringenti rispetto ad altre. La governance dei dati è cruciale: i dati devono essere di alta qualità, sicuri e conformi alla privacy. Inoltre, i sistemi di AI devono integrarsi perfettamente con le infrastrutture digitali esistenti della PA, garantendo l’interoperabilità.

Governance e supervisione: un lavoro di squadra

Per monitorare e regolamentare i progetti di AI, è necessario creare un organismo di vigilanza dedicato. Questo organismo avrà il compito di garantire che tutte le implementazioni di AI rispettino le linee guida etiche e giuridiche. Ma non basta: è fondamentale formare i dipendenti pubblici sull’etica e le best practice dell’Intelligenza Artificiale. La collaborazione tra Pubblica Amministrazione, università e settore privato è essenziale per lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili.

Casi d’uso e priorità: dove iniziare

L’automazione dei processi amministrativi di routine è una priorità. Questo non solo migliora l’efficienza, ma libera anche risorse umane per attività più complesse e strategiche. Chatbot e assistenti virtuali alimentati dall’AI possono rivoluzionare le interazioni con i servizi pubblici, rendendole più immediate e personalizzate. Inoltre, l’analisi dei dati guidata dall’AI può supportare la definizione delle politiche e l’individuazione delle frodi, rendendo la PA più reattiva e proattiva.

Sfide e raccomandazioni: un percorso da affrontare insieme

Il gap di competenze nella PA è una realtà, ma può essere affrontato attraverso programmi di formazione mirati. È importante evitare il vendor lock-in, favorendo soluzioni di AI open-source e modulari. Questo non solo riduce i costi, ma garantisce anche una maggiore flessibilità e trasparenza, senza dimenticare, infine, la trasparenza degli algoritmi. I cittadini devono poter comprendere come vengono prese le decisioni che li riguardano.

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